UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

TV di qualità: a Lux Vide il Premio Santa Chiara

Sottolineato il valore delle serie ispirate alla Bibbia e di 'Don Matteo'. A Carlo Conti menzione speciale. Dibattito col vicedirettore generale della Rai, Lorenza Lei, e il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio.
16 Febbraio 2010
C’ è spazio per una te­levisione piena di contenuti, in grado di proporre messaggi positivi per contribuire all’educazione delle persone e soprattutto dei giovani,di fronte alla tv urlata e piena di volgarità. Ma ci vo­gliono idee e coraggio. Ad Assi­si la consegna del Premio tele­visivo Santa Chiara - procla­mata da Papa Pio XII nel 1958 patrona della tv perché la san­ta, malata, nella notte di Nata­le del 1252, vide “a distanza” la liturgia nella basilica di San Francesco - è stata l’occasione per affrontare le questioni re­lative all’influenza del mezzo tv nella nostra epoca. «Esiste la positività dell’informazione te­levisiva?» , è stato il tema del­l’incontro che ha preceduto la premiazione, moderato da pa­dre Enzo Fortunato, direttore della rivista 'San Francesco Pa­trono d’Italia' con gli interven­ti di Lorenza Lei, vicedirettore generale della Rai, e di Marco Tarquinio, direttore di Avveni­re. «La Rai sta passando un mo­mento di trasformazione, straordinario e difficile nello stesso tempo; bisogna rivedere il modello dei contenuti e quel­lo di riferimento – ha detto Lo­renza Lei – la tv dei ragazzi, le sedi all’estero e quelle regiona­li hanno problemi importanti, ma si sta lavorando per trovare soluzioni. Il direttore generale Masi sta lavorando per garan­tire ed arricchire l’offerta per i più piccoli» . Una risposta ai problemi posti dal direttore di Avvenire che ha insistito sulla debolezza dell’attenzione ai più piccoli e sul rischio rappresen­tato dalla possibile chiusura di cinque sedi della Rai nel Sud del mondo, ma ha anche sottoli­neato che «nel sistema televisi­vo italiano c’è comunque, gra­zie in particolare al servizio pubblico, una importante do­se di positività» e ha ricordato che «'mamma Rai” ha giocato per anni e anni un ruolo di va­lore sul piano informativo e su quello socio-culturale» . Ma la tv «crea personaggi e offre mo­delli, quindi sono cruciali le scelte nei palinsesti. Viviamo un momento di emergenza e­ducativa e se è la tv a dare dei modelli, occorrono scelte al­l’altezza» , ha insistito Tarqui­nio. «Perché vanno in onda quasi solo l’eccentrico e il pru­riginoso e magari in quella fa­scia pomeridiana un tempo de­stinata alla tv dei ragazzi?», si è poi chiesto il direttore di «Av­venire»-. E «perché non vengo­no raccontate famiglie “nor­mali” invece dell’esaltazione spettacolare delle relazioni più precarie in una società già insi­diata da cento precarietà?». Al termine del dibattito – cui han­no contribuito il vescovo Do­menico Sorrentino, il sottose­gretario del Pontificio consiglio comunicazioni sociali della Santa Sede, Angelo Scelzo e il sindaco di Assisi, Claudio Ric­ci – la proclamazione dei vinci­tori da parte degli animatori del premio, Daniela Fanelli Frasca­relli e monsignor Vittorio Peri: la Lux Vide, fondata da Ettore Bernabei, con il riconoscimen­to ritirato da Luca Bernabei, e Carlo Conti, insignito di una “menzione speciale”. Il premio a Lux Vide è stato assegnato per la realizzazione di programmi tv di alto profilo artistico, cul­turale e spirituale; soprattutto attraverso la collana ispirata al­la Bibbia e agli stessi episodi della serie Don Matteo pur e­senti da un diretto riferimento religioso presentano chiari messaggi di fede e di speranza cristiana. A Conti è stato rico­nosciuto il lungo impegno pro­fessionale con grande e schiet­ta cortesia e humor, nel pieno rispetto di ogni concorrente e del suo vastissimo pubblico. «La potenza del mezzo televi­sivo – è stato evidenziato – fa sì che il suo corretto e limpido lin­guaggio possa divenire para­digma di uno stile comunicati­vo» . Nell’omelia della Messa, celebrata nella basilica di San­ta Chiara, il vescovo Sorrenti­no, ha ricordato che «nel fare tv, strumento moltiplicatore del bene o del male, c’è bisogno di senso di responsabilità e capa­cità di discernimento».

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