Due ricerche, una italiana e una europea, a poche ore di distanza l’una dall’altra, propongono una fotografia degli adolescenti in Rete. E, lo diciamo subito, il dato che emerge non può non preoccupare. Per più motivi. Partiamo dallo studio europeo commissionato da McAfee, gigante della sicurezza informatica, e rilanciato da Assodigitale. Leggendolo emerge una distanza preoccupante tra quello che gli adolescenti fanno online e quello che i genitori sospettano. Ma anche – e soprattutto – emerge il mancato controllo di quasi un genitore su due su quanto i loro figli fanno in rete. Al 17% dei genitori non importa nulla di cosa i figli facciano su Internet, mentre il 31% è convinto che non rischino nulla navigando. Il che porta al 48% i genitori che non applicano alcun controllo su ciò che fanno i loro figli adolescenti e pre-adolescenti in Rete. Cosa fanno gli adolescenti europei «online »? Il 40% ha ammesso di visitare siti web inadatti ai minori, il 45% ha visto video inappropriati, il 26% ha inviato o pubblicato una propria foto compromettente, il 25% cercato immagini o contenuti pornografici e il 3% ha dichiarato di aver acquistato sul web alcool o droghe. Il 12% invece ha ammesso di aver incontrato realmente persone conosciute online. Non solo. Il 23% degli adolescenti ha assistito a un episodio di bullismo online avente per oggetto un amico. Il 10% degli intervistati è stato vittima in prima persona di episodi di bullismo online. Piccola consolazione: parte degli intervistati che ha assistito a episodi di cyberbullismo ha affrontato direttamente il bullo (55%) o ha denunciato l’episodio a un genitore o un docente (35%). Torniamo per un attimo ai genitori. Ombretta Comi, marketing manager per l’Italia di McAfee, ha spiegato a Assodigitale. «Il mondo online può essere pericoloso, non importa quanti anni abbia un bambino, o un adolescente, i genitori devono assumere un ruolo attivo, se vogliono proteggere i propri figli». Ovviamente la soluzione proposta da McAfee tiene conto di quanto l’azienda produce. Ai genitori, che spesso ne sanno meno dei figli in campo tecnologico, viene consigliato di dotarsi di programmi di monitoraggio o parental control. Il motivo di fondo, però, è fondato: «Molti ragazzi ci penserebbero due volte prima di fare alcune cose online, se sapessero che i genitori li stanno guardando». Alla ricerca europea di McAfee fa da completamento uno studio italiano promosso da Telecom e dedicato agli adolescenti. Leggendolo si scopre che il 96,9 per cento dei quattordicenni ha un collegamento a Internet e il 43,5% di loro preferisce avere in dono l’ultimo smartphone invece che il motorino, tanto agognato dalle precedenti generazioni. Secondo la ricerca «Anche io ho qualcosa da dire», soltanto il 52,9% si è avvicinato alla Rete con l’aiuto di un adulto, mentre il 44% dei più piccoli naviga sul web da solo. E ancora: il 15,3% del campione ha usato la Rete per fare dispetti o vendicarsi, e il 42,9% per insultare o litigare con qualcuno. Tra i quattordicenni, il 7,7% ha pubblicato online o spedito foto inopportune, mentre il 9,5% sarebbe disposto per una ricarica telefonica o un oggetto firmato a spedire in cambio una propria foto imbarazzante. Non è finita qui. Il 28% dei giovanissimi usa su Internet soprannomi, mentre il 12% mente anche sull’età. E se il 12,8% del campione ammette di raccontare bugie sui social network, l’84% dei ragazzi dice di usare false identità perché così può tenere comportamenti illeciti sul web e sui social network senza rischiare di essere denunciato.