UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Un quarto di secolo di notizie

Il 13 gennaio del 1989 veniva pubblicato il primo numero del Sir, l'agenzia di informazione religiosa nata per iniziativa della Fisc e della Cei. Paolo Bustaffa, direttore uscente della testata (il 21 gennaio inizierà il suo mandato Domenico Delle Foglie), riflette su questi 25 anni di attività, che incominciano in questi giorni... 
15 Gennaio 2013
 “Vorremmo, per quanto ci riguarda, essere giudicati e verificati sull’obiettività, sul rigore del linguaggio, sulla documentazione, sull’attenzione alle cause e ai risvolti dell’avvenimento religioso piuttosto che sulla sua strumentale, brillante ed effimera utilizzazione per la curiosità del momento...”.
È un passo dell’editoriale del primo numero del Sir, Servizio Informazione Religiosa, pubblicato il 13 gennaio 1989. Da allora, considerando il tempo della progettazione e delle prove, sono trascorsi 25 anni.
Un quarto di secolo.
Il pensiero e l’impegno di questa Agenzia, radicata nella storia e nella vita delle quasi 190 testate del territorio riunite nella Federazione italiana settimanali cattolici, si sono snodati nel tempo con la volontà professionale di cogliere le molte sfide che, a volte con impeto, si sono presentate sia sul terreno dei contenuti sia su quello delle tecnologie: non a caso il Sir è stato, alla fine del 1994, tra i primi media cattolici a entrare in Internet.
L’intuizione iniziale, diventata stile permanente, di mettere in comunicazione la testimonianza e la responsabilità delle Chiese locali con la testimonianza e la responsabilità di sintesi della Conferenza episcopale italiana, ha consentito e consente di offrire un’informazione originale e in grado di mostrare la bellezza e la grandezza dell’unità nella diversità.
Sir ha camminato con la volontà di ascoltare, pensare e raccontare una Chiesa che ha scelto di stare con amore e con il suo contributo specifico di pensiero dentro la storia del territorio e, insieme, dentro la storia dell’Europa e di tutto il mondo. Un percorso professionale laico nel soffio del Concilio.
Così non è mai mancata in questa esperienza una costante attenzione ai media non cattolici: l’invito di Benedetto XVI a “costruire ponti di comunicazione e comprensione tra la realtà ecclesiale e l’opinione pubblica” è stato letto a questo riguardo anche come conferma della bontà di una scelta e di uno stile critico-dialogico.
Dopo 25 anni “senza presunzione, con realistico senso dei nostri limiti ma con concreta determinazione, il Sir - arricchito da nuovi servizi tra i quali Sir Quotidiano e Sir Europa e rafforzato da una crescente presenza nel digitale - vuole dare il suo contributo concreto a spogliare l’informazione religiosa da quei modelli riduttivi che la selezionano, la divulgano, la interpretano con un’ottica esclusivamente ideologica, politica e partitica”.
Non c’è bisogno di scrivere quanto sia impegnativo il compito indicato nell’editoriale del primo numero ma più che mai se ne avverte l’importanza e l’urgenza.
Se ne avverte anche il fascino grazie all’immagine del Cortile dei gentili dove fede e ragione si confrontano nel comune e appassionato desiderio, scritto nella coscienza di ogni uomo e di ogni donna, di cercare e d’incontrare la verità.
E questo certamente può avvenire anche nei media di diversa ispirazione, siano essi antichi o nuovi, purché la parte scelta sia quella di un’informazione pensata e che aiuti a pensare: un obiettivo a cui tendere non certo con presunzione ma con inquietudine, umiltà e qualità.
Sono questi i tre pilastri della professionalità che il Sir ha scelto e con la quale ogni giorno è chiamato a misurarsi nel torrentizio scorrere di fatti, problemi e idee.
Un quarto di secolo dal primo editoriale Sir.
È bello, per chi scrive, ricordare alcune righe di Giuseppe Cacciami, uno dei padri fondatori dell’Agenzia: “Ci pare di poter dire che le tappe del ruolino di marcia che ci eravamo prefisse e che definivamo ‘punto di partenza’ non sono state disattese o sostituite, e soprattutto hanno costituito il tessuto interiore di tutta questa lunga fatica. Lo diciamo non per stupide voglie celebrative ma soltanto per sottolineare che la fedeltà al ‘punto di partenza’ è stata per noi il gesto obiettivo e fraterno con cui abbiamo cercato di rispettare il patto leale fatto con i nostri lettori e fruitori”.
Sir è arrivato al 25° anno, lo attendono altre mete. Resta chiaro e fermo il “punto di partenza”, cioè una fedeltà pensata e pensante. Una fedeltà, declinata con rigore professionale, a Dio e all’Uomo, alla Chiesa e alla Città.
 
Paolo Bustaffa