UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Una via italiana
al fumetto

Diciamolo subito: in Italia il fumetto non è nato in parrocchia, come invece sarebbe accaduto per quello francofono secondo l’accademica ricostruzione fornita da Philippe Delisle nel recentissimo, ponderoso volume, acutamente segnalato da Massimo Introvigne su 'Agorà' di domenica.
6 Aprile 2011
Diciamolo subito: in Italia il fumetto non è nato in parrocchia, come invece sarebbe accaduto per quello francofono secondo l’accademica ricostruzione fornita da Philippe Delisle nel recentissimo, ponderoso volume, acutamente segnalato da Massimo Introvigne su 'Agorà' di domenica. Lo sviluppo della narrativa disegnata nel BelPaese è invece frutto della spinta laica del 'Corriere dei Piccoli', il settimanale che esordisce il 27 dicembre 1908 come supplemento del 'Corriere della Sera', grazie all’iniziativa del giornalista Silvio Spaventa Filippi, da un’educatrice Paola Lombroso Carrara. L’Italia non è la Francia (e più in generale l’area francofona) dove santi, storie bibliche, fede e ricerca di senso diventano abitualmente avventure, grandi collane, mostre e iniziative. Eppure il suo contributo al fumetto religioso è di notevole spessore. Se il 'Corrierino' diviene subito una lettura di riferimento per bambini italiani, pubblicando le prime traduzioni di fumetti Usa come Bibì e Bibò, Fortunello, Arcibaldo e Petronilla, la palma di periodico più longevo (un primato europeo!) è però appannaggio de 'il Giornalino', il settimanale fondato da don Giacomo Alberione. Sventolando il motto 'educare' divertendo, si è sviluppata una bella tradizione, radicata in grandi riviste a fumetti per ragazzi in grado di coniugare l’ispirazione religiosa con il linguaggio fumetto.
Accanto al capostipite 'il Giornalino' e al fondamentale 'il Vittorioso' (frutto maturo nato in seno all’Azione Cattolica nel 1936), restando in ambito esplicitamente cattolico vanno citati 'Vera Vita', 'il Messaggero dei ragazzi', 'Italia Missionaria' e 'il Piccolo Missionario'. Periodici in cui «autori ed editori hanno saputo saldare fumetto e valori religiosi» chiarisce padre Stefano Gorla, responsabile dell’Area ragazzi dei periodici paolini ed esperto del tema, regalando opere che si sono imposte ben oltre il mondo cattolico. Non a caso sulle pagine di questi periodici cattolici siano apparsi alcuni tra i più grandi scrittori e disegnatori italiani. Sergio Toppi e Lino Landolfi, Attilio Micheluzzi, Gianni De Luca e Dino Battaglia, tanto per fare qualche nome, ma anche Luciano Bottaro e Giorgio Cavazzano, hanno trovato un ambiente che ha saputo valorizzare il medium fumetto e l’utilizzo di un linguaggio adatto ai giovani, lasciando al contempo ampia libertà creativa agli autori. Il risultato è una corposa, spesso qualitativamente eccelsa, produzione di fumetto biblico, agiografie e comics attenti alle lande dell’esperienza religiosa quale fondamentale per la vita dell’uomo. Oltre al 'Messaggero dei ragazzi' e al 'Giornalino' (che proseguono meritoriamente l’attività), va segnalato il ravvicinato ritorno di tanti titoli, dalle opere di Roberto Battestini che rilegge le pagine della storia sacra attraverso la lente dell’ironia e dell’umorismo (fino a diventare 'Catecomics', una bella collana per Edizioni Dehoniane) a graphic novel come 'Fratelli' e il premio annuale 'Fede a Strisce' di Cartoon Club. Da segnalare anche la collana 'Fumetti per Fede' di Francesco Rizzato, la cui ultima avventura è tra i misteri della Santa Casa, e la coraggiosa iniziativa editoriale 'Don Camillo e Peppone', serie messa in campo da ReNoir con un cast di autori che rileggono in maniera rispettosa i capolavori di Guareschi. Per molte testate il periodo d’oro è finito da tempo, e con esse pure un certo modo più educativo e catechetico di intendere il fumetto. Ma la sfida si rinnova: misurarsi con l’Assoluto disegnando la fede. D’altra parte, la vera alternativa – sosteneva il cardinal Carlo Maria Martini, autore in gioventù di un fumetto con protagonista Abramo – non è tra chi crede e chi non crede, ma tra chi continua a porsi domande e chi non se ne fa più. Nel campo dei comics questa salutare distinzione permette di incontrare prodotti che non si sottraggono alla ricerca del sacro e alle suggestioni della fede.