UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Videogiochi, solo divertimento?

Natale in vista. Che cosa regalare ai propri figli? Questo è il solito dilemma che accomuna i genitori nel periodo natalizio. Con il progresso della tecnologia sono sempre più frequenti regali quali smartphone o tablet, ma soprattutto videogiochi. Ma come assicurarsi di fornire divertimenti virtuali adatti all’età dei bambini e dei ragazzi?
9 Dicembre 2014

Natale in vista. Che cosa regalare ai propri figli? Questo è il solito dilemma che accomuna i genitori nel periodo natalizio. Con il progresso della tecnologia sono sempre più frequenti regali quali smartphone o tablet, ma soprattutto videogiochi. Ma come assicurarsi di fornire divertimenti virtuali adatti all’età dei bambini e dei ragazzi? Semplice, basta controllare sul retro della custodia del gioco il PEGI, ossia il metodo di classificazione, valido su tutto il territorio europeo, utilizzato dai fornitori di contenuti per suddividerli attraverso cinque categorie di età (quella dei tre, dei sette, dei dodici, dei sedici e dei diciotto anni) e otto descrizioni
di contenuto, rappresentate attraverso un’apposita simbologia; ma non è fi nita qui, infatti online sono disponibili i trailer dei videogiochi in voga come “Assassin’screed”. Non dimentichiamo che l’80% di tali prodotti sono acquistati dagli adulti. Questo tipo di divertimento è in grado di coinvolgere totalmente il fruitore, ma un abuso può portare ad un aumento dello stress, dell’ansia legata al proseguimento del gioco e ad un affaticamento della vista. Però, attraverso studi accurati, è stato dimostrato che essi consentono un apprendimento maggiore rispetto ai libri di testo e permettono di acquisire determinate nozioni da parte di coloro
che sono portatori di handicap. In alcuni paesi è stato proposto di inserire i videogiochi, come quelli relativi alla progettazione delle città, a fini didattici. E’ stato dimostrato, infatti, che questi si basano sulla competenza, non sulla conoscenza: per tale motivo al MIUR sono giunte proposte di eventuale inserimento dei videogiochi nelle scuole secondarie di primo e secondo grado secondo un principio di gradualità. Un’alternativa valida può essere rappresentata dal buon vecchio libro, che a differenza dei videogames è in grado di sviluppare la fantasia e la creatività; inoltre la medesima avventura in un libro può suscitare emozioni differenti ed è in grado di arricchire a livello umano e culturale rispetto ai giochi virtuali. Questo è stato il tema affrontato venerdì scorso durante l’incontro sui Social-media, tenutosi presso il Foyer delle Famiglie da parte dei mediaeducator del MED, Anna Ragosta e Massimiliano Andreoletti dell’Università Cattolica, a cui hanno partecipato numerosi giovani della diocesi di Asti. Lo scopo principale della serata è stato quello di guidare i giovani ad un uso corretto e consapevole dei videogiochi, tuttavia ha avuto anche il fine di avvicinare al mondo dei social-media coloro che abitualmente non li utilizzano, come i genitori dei ragazzi, per renderli coscienti dei rischi, ma anche dei punti di forza che l’uso dei videogames può avere. L'incontro successivo venerdì 5 dicembre ore 17.30 -21 dal titolo “Dentro i suoni…” con i mediaeducator Stefano Sgarella e Alessandro Marangoni.

(Anna Marra)

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