UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

#NOCHALLENGESIALLAVITA: l’Ucsi Sicilia per i 30 anni della Carta di Treviso

Una iniziativa per sensibilizzare gli operatori della comunicazione al rispetto delle regole e a una maggiore responsabilità nell’uso dei social media.
16 Aprile 2021

#NOCHALLENGESIALLAVITA! È l’appello che l’Ucsi Sicilia e gli organizzatori del “Premio Tutores" lanciano per i trent’anni della Carta di Treviso, per incrementare la consapevolezza sui pericoli delle degenerazioni dei social media nei confronti dei minori. L’iniziativa dell’Ucsi Sicilia è inserita nel progetto “Tutores – Carta di Treviso”, nato per sensibilizzare gli operatori della comunicazione al rispetto delle regole e a una maggiore responsabilità nell’uso dei social media. L’obiettivo della campagna è quello di promuovere un maggior controllo da parte dei genitori e un più incisivo impegno di tutte le agenzie educative per l'educazione digitale. È necessario sviluppare un’etica professionale limitando la possibilità di utilizzo dei social pericolosi da parte di bambini al di sotto dei 13 anni. Sono ancora troppi i casi di suicidi e di cyberbullismo che si sono verificati in questi ultimi mesi, con le cosiddette challenge che possono arrivare perfino a incitare al suicidio o a istigare a delinquere. I minori devono ricevere una speciale tutela, come del resto è già previsto dalle norme internazionali e dalle regole deontologiche della Carta di Treviso.

“Il virtuale attrae sempre di più i bambini – ha detto il presidente regionale dell’Ucsi Sicilia Domenico Interdonato - che a causa della pandemia sono chiusi in casa, spesso senza la presenza dei genitori. L'utilizzo dei social è cresciuto e le stime confermano una folta presenza di bambini, che riescono a sfuggire al controllo dei genitori. Manca il dialogo e i bambini colmano la loro solitudine con i social. Il vero pericolo è questo, la solitudine dei bambini, attratti da giochi pericolosi. Noi con l’hashtag #NOCHALLENGESIALLAVITA vogliamo ottenere che "nessuno li chiami più giochi".
“Nonostante i continui drammi causati dai contenuti criminali dei social, le tragedie vengono presto sepolte nell’oblio generale - dichiara Tiziano Toffolo, tra i promotori della Carta di Treviso-. Siamo purtroppo ancora lontani da una presa di coscienza reale degli effetti devastanti dei social degenerati; spesso i genitori lasciano navigare a lungo i propri figli con gli smartphone, come una babysitter digitale, senza alcun controllo”.