UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

In “Dialogo con Teresa”, per ritrovare coraggio e speranza

Nel libro di Maria Rita Bozzetti, il dialogo affascinante e originale tra due donne, di età e condizione sociale e storica diverse.
9 Novembre 2021

Un incontro per la vita, che parte da un Monastero di clausura di Gallipoli. E si trasforma in un intenso dialogo umano e di spiritualità, un legame interiore costante e concreto tra due donne di età e condizione sociale e storica diverse. Una è la santa patrona della Francia insieme a Giovanna d’Arco: Teresa di Lisieux, monaca carmelitana francese, morta di tubercolosi a soli 24 anni, nel 1897, al termine di una missione vissuta con passione mistica, e proclamata Dottore della Chiesa nel 1997 da San Giovanni Paolo II.  Nel rito della devozione, quasi per caso  è stata “intercettata” da Maria Rita Bozzetti, romana di nascita ma salentina di adozione, già primario ospedaliero di patologica clinica, quando, accompagnando il marito medico incomincia a frequentare il convento del Carmelo, notissimo anche per lo straordinario miracolo - documentato nei processi di beatificazione e canonizzazione - in cui Teresa di Lisieux rese possibile la continuazione della presenza di questo luogo di preghiera, di silenzio, di donazione per tante sorelle.
Silenzio che ha aiutato  “a capire cosa fosse la clausura, e se la vera libertà fosse dietro le sbarre o fuori, in quel mondo che si proclama libero ed è in realtà schiavo di sé stesso”. Qui è nata la folgorazione che ha portato Maria Rita Bozzetti - autrice di 16 libri - a scrivere “Dialogo con Teresa” (pagine 256, euro 30) appena pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana. Volume arricchito dalla prefazione del cardinale Marcello Semeraro, origini salentine, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, dall’Introduzione di Vincenzo Guarracino, da una Nota dell’abbadessa madre Benedetta Grasso e dalla postfazione di Don Carmelo Mezzasalma, fondatore della Comunità di San Leolino a Firenze, città che  la poetessa non trascura nei suoi viaggi familiari dalla Puglia verso Roma e Milano. Anche questi autorevoli contributi offrono spunti che mettono il lettore nella condizione di comprendere i risvolti affascinanti delle storie delle due protagoniste e che affiorano dagli scritti di entrambe, accomunate dal  dolore, dall’ansia di trascendente e assoluto. Teresa, con un suo personale calvario di sofferenza, gioiosamente accettato, destinato a consumarla giovanissima, non senza aver prima lasciato una testimonianza preziosissima attraverso un numero infinito di poesie, opere teatrali, lettere e scritti autobiografici. Maria Rita, con un’analoga esperienza, che, sulla scorta di libri e figure fondanti (il Vangelo di Giovanni, Qohèlet, il suo Maestro, Nicola De Donno) e ora anche di Teresa e della lettura della sua “Storia di un’anima”, ha visto trasformarsi progressivamente la sua esistenza ed ha accettato di raccontarsi, per infondere agli altri coraggio e speranza, espressioni profetiche di Papa Francesco rivolte soprattutto ai giovani, ma anche alla Chiesa intera. In questo senso Teresa è una missionaria della speranza, perché ha intuito non solo che l’essere umano è orientato verso il futuro, ma anche che il futuro costituisce il terreno su cui può costruire la storia. In questa speranza, certamente, è Dio stesso che ci si offre quale nostra migliore risorsa, come ha intuito Maria Rita Bozzetti nella conclusione del suo “Dialogo con Teresa”. “Ah, che venga il tempo / in cui i cuori si prendono”. Dunque, ancora una promessa di speranza per l’umanesimo della poesia.
La “collezione “ che intreccia le perle delle due donne in dialogo continuo -  come scrive il cardinale Semeraro - costituisce “ il fascino discreto, coinvolgente e fraterno anche di questo libro” che merita di essere letto e meditato.

Antonio Lovascio