UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

San Francesco di Sales: il grazie di mons. Beschi ai giornalisti

Il Vescovo di Bergamo ha voluto "'bene-dire' il Signore e 'dire-bene'" dell'operato dei giornalisti, "svolto con professionalità e generosità soprattutto in questi difficili mesi della pandemia, durante i quali, in modo ancor più intenso, abbiamo avvertito il bisogno di notizie attendibili e di credibilità".
24 Gennaio 2022

Care e cari giornalisti, comunicatori, addetti stampa, on occasione della festa di San Francesco di Sales, vostro patrono, di cui ricorrono i 400 anni dalla morte, voglio innanzitutto “benedire”.
Voglio “bene-dire” il Signore e “dire-bene” del vostro operato svolto con professionalità e generosità soprattutto in questi difficili mesi della pandemia, durante i quali, in modo ancor più intenso, abbiamo avvertito il bisogno di notizie attendibili e di credibilità, unito alla consapevolezza del valore della parola, strumento prezioso, capace di nutrire legami, proprio quando le circostanze ci impongono il distanziamento.
San Francesco di Sales usava come slogan “dal cuore alle mani”, spiegando così la sua idea di trasformare la predicazione da orale a scritta su foglietti volanti, che lui distribuiva ovunque, anticipando di secoli la “free press” e i social.
Con un aneddoto spiegava che sui fatti e sulle storie di vita dobbiamo riuscire a fare nostro il lavorio delle api, piuttosto che quello delle vespe: le vespe, al contrario delle api, succhiano il nettare dai fiori ma non lo trasformano in miele ma in veleno. Quindi invitava ad usare nelle parole “meno aceto e più miele”, “meditando prima per sé quello che si vuole dire agli altri”, mettendo al centro la verità, detta però non con lo stile dell’arroganza, ma dell’umiltà e della semplicità “che rende poi reali e amabili le cose che dici”. E concludeva con un invito: “Sintesi, acutezza, espressività fanno vibrare le cose che dici, perché quello che tu dici entrerà veramente nel cuore dell’altro, solo se esce prima dal tuo cuore!”.
Faccio mie queste parole, che indirizzo a voi con intensità di sentimenti: sgorgano dalla gratitudine e sono sostenuti dalla coscienza dell’importanza del vostro lavoro. La vostra comune azione, la “comunicazione” appunto, è una azione per il bene comune dell’uomo, della società civile, della comunità cristiana, aiutando ad una comprensione della realtà capace di educare uno sguardo fraterno, ospitale, prossimo, per servire la vita là dove la vita accade. È un orizzonte che mi sta particolarmente a cuore.
Oggi più che mai il comunicare, dare notizia, fare notizia, deve nutrirsi di grande responsabilità, in uno stile capace di generare non solo curiosità e attenzione, ma vita: consolidando la fiducia tra “la stampa” e i lettori, lo spirito di collaborazione tra colleghi, l’amore per la verità contro le fake-news o le mezze verità manipolate a vantaggio di un interesse particolare.
È questo l’augurio che di cuore voglio rivolgervi, proprio con alcune parole di San Francesco di Sales: “Ciò di cui abbiamo bisogno è una tazza di comprensione, un barile di amore e un oceano di pazienza”.