UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Radio Mater, la Chiesa in casa

Per tutti è «la radio che porta la Chiesa in casa e che tutti riunisce in una sola famiglia»: l'11 febbraio Radio Mater ha compiuto 25 anni.
12 Febbraio 2019

Per tutti è «la radio che porta la Chiesa in casa e che tutti riunisce in una sola famiglia»: l'11 febbraio Radio Mater ha raggiunto il traguardo dei suoi primi 25 anni di vita, stringendosi al suo fondatore don Mario Galbiati, 89 anni – compiuti il 6 febbraio –, 66 di Messa (il 28 giugno) e 15 di dialisi. Un sacerdote ambrosiano, che il presidente della Cei cardinale Gualtiero Bassetti nel suo messaggio augurale definisce «una di quelle grandi querce con le radici ben salde sul territorio, ricordandosi da dove si viene, fortificato dal contatto con la gente, ma dai rami grandi, frondosi, protesi verso il cielo, che offrono riparo e indicano l’Alto». Quelli dell’emittente brianzola sono 25 anni di apostolato radiofonico a servizio del Vangelo e in obbedienza, sempre, alla Chiesa «per essere strumento di crescita nella fede e per una sempre più efficace testimonianza cristiana», come scrisse il cardinale Martini due giorni dopo l’inizio delle trasmissioni.

Portare il Vangelo in ogni casa: è l’obiettivo che spinge don Galbiati a fondare il 20 febbraio 1983 Radio Maria. Nella sua parrocchia di Arcellasco di Erba (Como) è in corso una missione cittadina dei padri Passionisti e per raggiungere tutti i fedeli, anche gli ammalati, il parroco pensa di collocare sul campanile un’antenna. Terminata la missione, decide di continuare. E così per don Mario inizia un cammino radiofonico che dura ormai da 36 anni.

Radio Maria in pochi anni si diffonde in tutta Italia e si apre all’Europa: nel 1991 don Mario si reca in Polonia per inaugurare una nuova radio. Ma, a seguito di quello che da sempre chiama «temporale umano », nel 1991 viene estromesso da Radio Maria. La Cei lo incoraggia a fondare una nuova radio, e nel luglio 1993 il sacerdote si reca a Lourdes per chiedere alla «Mamma» (così don Mario da sempre si rivolge a Maria) la grazia di saper rispondere a quell’impulso. Voleva chiamare la nuova emittente «Radio Mamma», ma un amico sacerdote gli suggerisce di dedicarla alla Maternità di Maria. Nasce così «Radio Mater».

Ai primi di febbraio del 1994 una missiva del Ministero delle Telecomunicazioni autorizza l’accensione dei ripetitori proprio l’11 febbraio, giorno della Madonna di Lourdes. Per don Mario è un «segno provvidenziale».

Con la nuova radio rinasce anche la «Comunità di Maria », già presente in Radio Maria, che raggruppa chiunque desideri trasformare il proprio volontariato in un cammino di fede. Quello di don Mario è un nuovo modo di fare comunicazione: preghiera, catechesi, dialogo con gli ascoltatori, niente pubblicità, volontariato, fiducia nella Provvidenza, disinteresse per i dati di ascolto («se la radio salva una sola anima – dice ancora oggi don Mario – ha già raggiunto il suo scopo»), e soprattutto ancoraggio alla Chiesa: perché ubi Petrus, ibi Ecclesia.

Dal 7 settembre 2013 Radio Mater da Erba si trasferisce ad Albavilla (Como) nel «Centro Mariano», il sogno di don Mario, in cui risiede anche la Comunità di Maria e c’è la Cappellina, «cuore della radio», come spiega lui stesso. Saldo il legame con la Chiesa: don Mario incontra più volte Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e poi papa Francesco, nel 2014 concelebra con lui a Santa Marta. Sempre nel 2014 l’allora arcivescovo di Milano cardinale Tettamanzi inaugura il Centro Mariano definendolo «un santuario, perché qui troviamo, e tanti dopo di noi troveranno, la forza e la grazia per andare da Gesù». È poi monsignor Mario Delpini, da vicario generale della diocesi, a benedire il 21 giugno 2015 gli altari e le due cappelline dedicate alla Madonna di Lourdes e alla Medaglia Miracolosa. Delpini tornerà da arcivescovo domenica 24 febbraio a coronare i festeggiamenti per il 25° di fondazione, presiedendo dalle 15 Rosario e Messa, presenti sacerdoti collaboratori e conduttori di Radio Mater.

(Enrico Viganò)