UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

MARK EITZEL: “Hey Mr. Ferryman” (Decor)

Ecco un altro di quei cantautori statunitensi che qui in Europa non godono di un gran seguito, nonostante il Nostro abbia alle spalle una carriera pluridecennale. Questo suo ultimo album potrebbe però guadagnargli nuovi aficionados, poiché è davvero ben costruito, oltreché dotato di quella malia malinconica che a tratti può ricordare le atmosfere dei mitici […]
6 Marzo 2017

Ecco un altro di quei cantautori statunitensi che qui in Europa non godono di un gran seguito, nonostante il Nostro abbia alle spalle una carriera pluridecennale.

Questo suo ultimo album potrebbe però guadagnargli nuovi aficionados, poiché è davvero ben costruito, oltreché dotato di quella malia malinconica che a tratti può ricordare le atmosfere dei mitici Smiths di Morrissey e Marr, e in altri episodi i Rem di Peter Buck col quale Mark ha collaborato in passato.

Classe 1959, questo californiano calca le scene fin dall’inizio degli anni Ottanta e ha raggiunto una certa notorietà internazionale guidando una band di culto come gli American Music Club. Questo è il suo dodicesimo album solista e offre 58 minuti di grandi canzoni e di atmosfere di grande fascino: melodie suadenti, velluti notturni ed avvolgenti, un intimismo che riscalda ed avvolge senza annoiare mai: anche grazie a una bella varietà di registri espressivi che tuttavia non inficiano la compattezza dell’album.

Canzoni perfette per essere ascoltate la sera, con le luci soffuse, magari in una serata tra amici, o da soli, davanti alle onde di un mare illuminato dalla luna o fra i riverberi di un caminetto acceso.

Una perla nascosta che val davvero la pena scoprire.eitzel

(Franz Coriasco)