UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

MODÀ: “Testa o croce” (Believe)

Sulle scene dagli albori del Terzo Millennio, ora il quintetto milanese torna con questa settima avventura in sala d’incisione.
21 Ottobre 2019

Il quintetto milanese mancava all'appello discografico da ben quattro anni. Sulle scene dagli albori del Terzo Millennio, ora torna con questa settima avventura in sala d’incisione.

Storie di ordinaria quotidianità o di estremità postmoderne (come la storia d’amore nata in un ospedale psichiatrico), tutte vere, germogliate nei bar di notte, e poi raccontate con le ovvie mediazioni poetiche.

Dopo diciassette anni di onorata carriera Kekko Silvestre e i suoi sodali centrifugano sfoghi e solitudini, il fatalismo del titolo e amori più o meno appassionati. Un nuovo inizio nelle intenzioni, pieno di grinta e d’ottimismo, ma anche consapevole che questo è un valore da conquistare sul campo. Lo stile è un po’ datato, la scrittura prevedibile, i testi banalottti, ma nonostante queste zavorre il disco funziona: le melodie e le interpretazioni sono godibili, il sound piacione. Certo il tutto non basta a non far pensare a loro come a una versione sciapa e quasi dozzinale di band come i Negramaro, ma in fondo questo sono sempre stati. E questo precario equilibrismo tra voglia di rinnovamento e tradizionalismo, tra smanie sociologiche e sentimentalismo, tra semplicismi pop ed energie rockettare, rappresentano anche – e da sempre - la cifra della loro espressività.

Come per molti competitor del resto, Testa o croce serve soprattutto a risvegliare e a  stuzzicare il loro pubblico per il prossimo tour: debutto il 2 dicembre a Bologna, chiusura a fine marzo al Forum di Assago.

 

Franz Coriasco