UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Di Cristina (Monreale) a Palermo: informare rispettando la persona

« Il grande dovere dell’uomo e del cristiano in particolare è di operare per la pace. Condizione essenziale per lavorare in questo ambito è garantire una comunicazione corretta». Lo ha ricordato Salvatore Di Cristina, arcivescovo di Monreale, intervenuto venerdì al dibattito Le nuove tecnologie mediatiche a servizio della persona per creare nuovi spazi di conoscenza e di dialogo, organizzato dall’Ufficio pastorale per le comunicazioni sociali dell’arcidiocesi di Palermo e dalle Paoline in occasione della festa di san Francesco di Sales.
25 Gennaio 2010
 « Il grande dovere dell’uomo e del cristiano in particolare è di operare per la pace. Condizione essenziale per lavorare in questo ambito è garantire una comunicazione corretta». Lo ha ricordato Salvatore Di Cristina, arcivescovo di Monreale, intervenuto venerdì al dibattito Le nuove tecnologie mediatiche a servizio della persona per creare nuovi spazi di conoscenza e di dialogo, organizzato dall’Ufficio pastorale per le comunicazioni sociali dell’arcidiocesi di Palermo e dalle Paoline in occasione della festa di san Francesco di Sales. All’incontro svoltosi nella sala «Beato Alberione» della Libreria Paoline sono intervenuti suor Fernanda Di Monte, giornalista, responsabile Animazione culturale Paoline e Franco Nicastro, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Sicilia. «L’informatore è una persona che deve avere il senso chiaro della propria dignità come persona – ha spiegato Di Cristina –. Bisogna capire che i destinatari sono persone e vanno rispettate per la loro capacità critica e recettiva e quindi bisogna dare una informazione veritiera, priva di filtri ideologici. L’informazione deve essere tale che chi è destinatario sia in grado di farsi una propria opinione».
«Al centro di tutto il lavoro che si sviluppa attraverso i media – ha detto suor Fernanda Di Monte – c’è sempre la persona e il suo valore. Sono pertanto convinta che i media siano soltanto degli strumenti che debbono essere al servizio dell’uomo». Nel corso del dibattito è emerso un generale arretramento della qualità nella professione giornalistica e una crescente disattenzione nei confronti delle esigenze della persona. Questi aspetti negativi, è stato detto, rappresentano una deriva etica e deontologica dell’informazione. «I giornalisti oggi non sono più testimoni perché sono 'filtrati' e 'riferiti di seconda mano' – ha aggiunto il presidente dell’Ordine Franco Nicastro – ci sono fonti che hanno le loro strategie e i giornalisti le subiscono a volte anche in una forma acritica. L’unica strada è di recuperare le buone regole della professione».

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