UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

I media, la società e il male

Non demonizzare i media, non lasciarsi demonizzare dai media. Questo il messaggio che in estrema sintesi Annalisa Colzi ha lanciato alle oltre 300 persone che hanno affollato la Chiesa di San Michele a Potenza. In maggioranza giovani tra i 15 e i 30 anni, i banchi del tempio lucano hanno ospitato anche famiglie, molti parroci, diaconi, responsabili di uffici diocesani, fedeli, associazioni, attivisti politici, del capoluogo lucano e di diverse altre località: Bella, Tolve, Vaglio, Sala Consilina.
12 Gennaio 2015

Non demonizzare i media, non lasciarsi demonizzare dai media. Questo il messaggio che in estrema sintesi Annalisa Colzi ha lanciato alle oltre 300 persone che hanno affollato la Chiesa di San Michele a Potenza. In maggioranza giovani tra i 15 e i 30 anni, i banchi del tempio lucano hanno ospitato anche famiglie, molti parroci, diaconi, responsabili di uffici diocesani, fedeli, associazioni, attivisti politici,  del capoluogo lucano e di diverse altre località: Bella, Tolve, Vaglio, Sala Consilina. A testimonianza di come i media possano rappresentare un veicolo tutt'altro che negativo, l'organizzazione della serata ha utilizzato i social network per diffondere l'iniziativa e, per esempio, grazie a facebook, il gruppo campano 'Sacra Famiglia', interessato al tema della conferenza: 'Come satana corrompe la società e i giovani', ha affrontato “con gioia” a detta dei responsabili, don La Peruta e Sabini, la trasferta potentina. “Non ci sono ultracattolici, o si è cattolici o non lo si è. Il cattolico vive al cospetto di Dio e mette in guardia da Satana che, come sostiene padre Amorth, è un 'cane legato': se non ci si avvicina non può mordere. I media non sono un male, lo sono i poteri forti che se ne servono per lanciare messaggi distruttivi. Si costruiscono personaggi ad arte perché possano diventare idoli, i nostri idoli”. La serata è proseguita con l'analisi di una serie di testi di canzoni di personaggi famosi, da Fabri Fibra che nei suoi '100 modi per morire' sceglie come metodo migliore per il suicidio un mix di droghe, “un cantante che al 'triste Dio' preferisce la sua 'voglia d'inferno' ”, fino a Eminem che, a San Remo, cantava come fare strage in una scuola. La televisione tra pubblicità e trasmissioni d'intrattenimento, internet tra social e video, una serie di frame, messaggi subliminali, ma anche riferimenti espliciti a violenza contro gli altri e contro se stessi, anoressia e bulimia incluse, tutti affrontati fuori da rigidi schematismi, tutti proposti con un linguaggio semplice, diretto, immediato appunto, senza mediazioni, per una volta trasmesso de visu. Secondo molti dei partecipanti un modo apprezzato di parlare con i giovani e non dei giovani, quello sperimentato dal nuovo percorso di pastorale giovanile diocesana, serata conclusasi con l'Adorazione Eucaristica. “satana affascina perché si presenta nel buio con mille luci psichedeliche; – ha concluso la Colzi –  dopo una dose così massiccia di 'veleno' la conversione immediata non è semplice, è comunque un buon inizio cominciare a conoscere il male. Ci sono i filtri per smart tv e computer, ma il miglior filtro restano i genitori, con il supporto della preghiera a Dio, per intercessione della Madonna”.