La maratona pop anticoronavirus è già un disco, o meglio, una compilation reperibile su tutte le principali piattaforme streaming.
L’iniziativa messa in piedi da Lady Gaga cui hanno aderito alcune tra le più grandi star del presente, era già stata un evento mediatico di rilievo planetario, e qui viene riepilogata alla grande: 79 performance casalinghe, le stesse diffuse nella notte del 18 aprile scorso, e seguite su moltissimi canali tivù da almeno 20 milioni di persone, senza contare le piattaforme web.
Come spesso sta accadendo con questi tipi di eventi virtuali la curiosità era data soprattutto dal contorno (sbirciare nel privato delle stelle, guardandone gli arredi e gli spazi dove trascorrono i loro esili coatti e dorati), ma anche dal punto di vista artistico la gran passerella ha offerto spunti interessanti. Un continuo alternarsi di stili, accomunato, per forza di cose, dal minimalismo e dall’assenza d’effetti speciali: una manciata di classici proposti nudi e crudi, in buona parte così come erano nati. Il cast era davvero stellare: da lady Germanotta a Stevie Wonder, da McCartney agli Stones, fino all’ultima arrivata nell’Olimpo, la giovanissima Billie Eilish. A rappresentare l’Italia, Zucchero (con i Rolling Stones, Eddie Vedder e la toccante Hallelujah del finale tra i più apprezzati) e Andrea Bocelli.
Non tutto è stato perfetto ed emozionante, ma tutto è stato assemblato con passione e generosità. Proventi destinati a quanti lottano contro l’epidemia nelle trincee ospedaliere: raccolti quasi 130 milioni di dollari che verranno devoluti al Fondo di risposta solidale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Franz Coriasco