Il chitarrista americano, di origine messicana è un caposcuola assoluto del chitarrismo rock di questi ultimi decenni. Con la sua Stratocaster ha regalato melodie immortali (una su tutte, Samba pa ti) e dischi che hanno svelato le infinite commistioni possibili tra rock, jazz, ed etno-pop.
Fin dalla copertina questo suo trentaseiesimo album di studio s’innesta sul solco dei suoi classici: virtuosismi marchiati dal suo inconfondibile tocco, che alternano atmosfere ruggenti a parentesi morbidissime; un disco tutto strumentale in 13 tracce, fra i quali spicca Candela, un trascinante duetto col figlio Salvador al pianoforte.
Da sempre sensibile ai problemi umanitari, il buon Carlos ha voluto dedicare questa sua nuova avventura discografica a David Crockett, eroe popolare antesignano del processo di integrazione e di rispetto della cultura dei nativi americani. Un atto d’amore (e di rammarico) per i secoli di vessazioni inflitte dai bianchi ai nativi americani: “Voglio incoraggiare tutti i Paesi che ancora non l’anno fatto – ha affermato di recente – a fare uno sforzo collettivo e riconoscere coloro che per primi hanno abitato le loro terre”.
(Franz Coriasco)