“Come comunicare la fede ai ragazzi di oggi, sempre connessi con i nuovi media, iperattivi e cittadini di un mondo virtuale?”
È l’interrogativo che i catechisti di oggi ripetono come un ritornello. Invocano ricette “pronto in tasca” per tenere buoni i soliti bulli che rovinano l’ora di catechismo faticosamente preparata con cartelloni e foto, con giochi e attività. Il più delle volte i catechisti riversano solo sui ragazzi la responsabilità di un fallimento annunciato.
Non pensano che, forse, “il problema” sono loro. Perché non parlano la lingua e non sanno ascoltare i “Nativi Digitali”, i nuovi esploratori del web 2.0. Non capiscono e non parlano il linguaggio dei fans di Harry Potter e dei divi della musica.
A questi catechisti basterebbe ricordare che i ragazzi, dopo tutto, non sono peggiori dei loro “colleghi” di qualche anno fa: sono semplicemente “altrove”, con la testa, con il cuore, con la vita. Basterebbe trattarli da protagonisti di un’esperienza condivisa e non solo come destinatari di un messaggio proposto come una lezione scolastica.
Quali “parole”, linguaggi e strumenti adottare, allora, per annunciare loro la Buona Notizia? Un tentativo di risposta potrebbe arrivare dalle pagine di questo libro che propone riflessioni, verifiche e esempi concreti di catechesi “comunic-attiva”. Un mix di parole e immagini, idee e suggerimenti che entrano in connessione con i “ragazzi 2.0”.
Il volume parte dalla constatazione che le tecnologie informatiche stanno imprimendo un forte cambiamento nelle forme dell’organizzazione e della trasmissione delle conoscenze.
I ragazzi prendono sempre più le distanze dalla lettura dei testi scritti tradizionali irresistibilmente attratti da quelli “virtuali”, perché corrispondenti al modo di vivere e comunicare tra di loro. Questa situazione ha interessato
la didattica che, aggiornando le tipologie di insegnamento, ha inventato formule di apprendimento più dinamico, multimediale, interattivo e a “rete”.
L’adozione dei
nuovi media incontra le nuove generazioni su un territorio di comprensione a loro più congeniale e familiare, favorendo il coinvolgimento cognitivo e motivazionale.
Questa
nuova sensibilità comunicativa, derivata dal “costruttivismo”, potrebbe essere assunta anche da quanti lavorano nel delicato e urgente campo della comunicazione della fede ai ragazzi di oggi. Per superare l’attuale soglia di immobilismo didattico,
la catechesi dovrebbe ispirarsi al concetto-chiave di “interesse” e di “motivazione” che è alla base di ogni curriculum conoscitivo ed esperienziale. E nello stesso tempo, adottare quelle formule comunicative che entrano più facilmente in connessione con i “giovani naviganti” degli spazi virtuali.
Partendo da queste premesse, il volume fa comprendere che oggi,
il format in grado di rispondere in modo facile ed accessibile – ma non unico – al problema della comunicazione della fede alle nuove generazioni, sia
l’ipertesto su carta.
Ispirandosi al modello
online, fatto di parole e immagini, “nodi” (pagine di testo),
link (parola-chiave, “pulsanti”) e unità informative, la “versione cartacea” apre a molti percorsi di lettura e rappresenta un ambiente di apprendimento interattivo particolarmente ricco e dinamico. E con un alto “potenziale educativo”, sotto l’attenta regia del catechista.
Valerio Bocci, laureato in Catechetica, direttore dell’editrice Elledici, per 21 anni direttore della rivista per ragazzi Mondo Erre. È docente di comunicazione presso la Facoltà Teologica Salesiana di Torino e autore di innovativi sussidi catechistici sui Comandamenti, il Credo, le Parabole, la Preparazione alla Cresima, proposti con l’innovativa formula dell’ipertesto su carta.