Tra gli artisti italiani emersi in quest’ultimi decenni, Giuliano Palma appartiene alla razza degli inetichettabili: un po’ cantautore, un po’ alchimista dei suoni, un po’ stellina del pop e della cosiddetta lounge music. Uno stiloso si sarebbe detto una volta; uno trendy si potrebbe dire oggi.
Certo è che il buon Giuliano ha già un corposo curriculum da esibire: dagli esordi, ormai una trentina d’anni fa con la band ska dei Casino Royale ai successi come capogruppo dei Bluebeaters, fino alla partecipazione come solista al Sanremo del 2014.
Groovin’ è solo il suo terzo album solista, ma in totale sono quasi venti i dischi ai quali ha partecipato da protagonista. In quest’ultimo, uscito ad inizio estate, il Nostro si cimenta con una manciata di classici, duettati con alcuni big della scena pop nostrana: per esempio nella vascorossiana Una splendida giornata c’è il rapper Fabri Fibra, o in Don’t go breaking my heart di Elton John ospita Chiara Galiazzo.
Giuliano, oggi cinquantunenne, ha classe, buon gusto, e aggiunge sempre del suo a ciò che propone, compresi questi tredici piccoli esercizi di stile dove saltella con mestiere e leggiadria tra il beat italiano dell’era aurea ai classici del pop internazionale.
Franz Coriasco