Il complesso fenomeno della globalizzazione interpella la coscienza di credenti e 'laici' e al tempo stesso richiede un adeguato discernimento, perché ciò che accade nel villaggio globale non venga percepito come qualcosa di ineluttabile, con atteggiamento di passiva rassegnazione. "È certo, comunque, che siamo entrati in questo processo prima di avere gli strumenti culturali per viverlo e governarlo e proprio l'assenza di tali strumenti culturali porta a visioni della stessa che rischiano di muoversi su eccessi opposti. Se è del tutto velleitario ed erroneo considerare la globalizzazione come la quintessenza del negativo contro cui lottare (per quanto gli aspetti negativi siano quanto mai visibili non solo nell'atroce aumento delle disuguaglianze di redditi e di opportunità sociosanitarie nel mondo e nei singoli paesi, ma anche nei crescenti squilibri politici di potere), sarebbe altrettanto pericoloso trasformarla in uno slogan, in un mito, quasi una nuova formula, o, peggio ancora, una nuova ideologia per capire il nostro mondo, che, purtroppo, è invece sempre più complesso e non si lascia racchiudere in formule semplificanti. Proprio perché fenomeno complesso, nella sua origine e nei suoi esiti, esso non può essere indagato da una sola angolatura, ad esempio quella economico-finanziaria. Sarebbe illusorio pretendere di catturare la realtà profonda della globalizzazione, restando all'interno di un particolare ambito di studio, sia pure raffinandone al massimo le tecniche e gli strumenti di analisi" spiega nella prefazione il cardinale Camillo Ruini. “Se è vero che il senso basilare e comunemente sottinteso è tuttora quello di un processo tecnologico ed economico, è altrettanto vero che cresce la consapevolezza della sua diffusione tentacolare, della intrinseca capacità di conquistare le diverse sfere della vita, con l’ulteriore conseguenza di cambiare l’uomo stesso e la sua immagine. Non a caso, col progetto culturale – spiega Ruini - abbiamo indicato il “nodo antropologico” come punto decisivo ineludibile per una adeguata riflessione sulla fede e sulla sua comunicazione”.
Il volume, curato da Claudio Giuliodori, Pino Lorizio e Vittorio Sozzi è edito dalla San Paolo nel 2004 (384 pp.gg. euro 22), raccoglie numerosi interventi di studiosi ed esperti come Zygmunt Bauman, Francesco Casetti, Roberto Cipriani, Gianni Colzani, Adriano Fabris, Chiara Giaccardi, Antonio Mastantuono, Gianluigi Pasquale, Domenico Pizzuti, Antonio Staglianò, Timothy Verdon, Stefano Zamagni. Con le sue letture ed interpretazioni interdisciplinari del fenomeno, tra cui non manca l'approccio teologico, si offre come utile strumento per una riflessione attenta e al tempo stesso partecipa di quanto accade nel nostro tempo. Il testo è stato pubblicato con il contributo dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali e del Servizio nazionale per il progetto culturale.
Vincenzo Grienti