UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

JAMES TAYLOR: “American Standard” (Fantasy Records)

Niente orpelli o pomposità patinate, intimità acustiche, e tanta sostanza poetica.
4 Aprile 2020

Il grande inossidabile James torna sui mercati con un songbook, pieno di vecchi classici: sono per lo più gioielli immortali del pop statunitense, quello dei grandi musical di Broadway, per intendersi.
Sono le canzoni che ascoltava da ragazzino, da My blue heaven che apre l’album, all’immortale Moon River, da God bless the child a Ol’ Man River, fino alla conclusiva The Surrey with the fringe on top: quattordici frammenti eleganti nella loro sobrietà, tutti chitarrine e ritmiche morbidose, una spruzzata di jazz e quella voce inconfondibile a fare di questo American Standard un perfetto album alla Taylor. Niente orpelli o pomposità patinate, intimità acustiche, e tanta sostanza poetica.
Certo, si tratta pur sempre di un nuovo album di vecchie canzoni, ma del resto di questi tempi la nostalgia è uno dei sentimenti più forti; e tuttavia quella del vecchio James non risulta mai zavorrata dal rimpianto, ma piuttosto ammantata di corroborante dolcezza, di classe sopraffina e inossidabile, di cheta serenità: sentimenti preziosi e balsamici, tanto più in questa smarrita inquietudine che tracima dalla più anomala delle primavere. Ascoltare per credere.

Franz Coriasco