Un album non recentissimo per un cantautore di scuola partenopea, troppo a lungo sottovalutato.
Hengeller mischia atmosfere notturne da piano bar, swing d’autore, samba mediterraneo e velluti jazz notturni, perfino qualche sapido richiamo alla tradizione delle romanze di un tempo. Qua e là, la lingua napoletana fa capolino fra i testi a irrorare testi mai banali e segnati da quella verve ironica e talvolta amarognola che è poi quella tipica della sua gente.
Lorenzo, classe 1970, già vincitore del prestigioso Premio Carosone nel 2007 con questo suo quarto album si conferma autore e artista di vaglia. Al di là di presenze di gran lusso come Patrizia Laquidara, Enrico Rava, Daniele Sepe e Le Voci di Corridoio, il Nostro affonda a piene mani nelle leziosi sempreverdi dei Luttazzi e dei Carosone, ma anche di Arigliano e di tanti cantautori dell’era aurea. In questo disco – il cui titolo strizza un occhio furbetto dal capolavoro di Goethe – conferma di saper aggiungere una propria nota alla sempre vivacissima sinfonia del neapolitan-sound contemporaneo. Una piccola perla, piena di continui cambi di colore e nuance che val la pena scoprire. L’amerete fin dal primo ascolto.
(Franz Coriasco)