UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

MINA & IVANO FOSSATI: “Mina Fossati” (PDU)

La più gloriosa e talentuosa cantante italiana con uno dei più grandi poeti della nostra canzone d’autore...
2 Dicembre 2019

Fin dal suo annuncio, era uno dei dischi più attesi dell’anno: la più gloriosa e talentuosa cantante italiana con uno dei più grandi poeti della nostra canzone d’autore.
Con queste premesse, era difficile sbagliare il colpo. E in effetti l’accoppiata funziona a meraviglia.
Un’opera sobria ed elegante, essenziale nei suoni, profonda nei testi, piena di suggestioni e non zavorrata da effetti speciali: un cimento di gran classe per due maestri che mette in mostra molte nuance della nostra canzone d’autore, dal divertissement all’intimismo più struggente.
Fossati aveva annunciato il suo ritiro nel 2012 e a quella decisione s’era attenuto, finché è arrivata la più classica delle offerte impossibili da rifiutare. Un progetto frutto di semine antiche (le prime collaborazioni fra i due risalgono al ‘78 e l’idea di un lavoro in comune ha almeno vent’anni) che ha trovato finalmente tutte le condizioni per concretizzarsi. Certo è un disco che appartiene più al cantautore genovese che alla tigre cremonese, non foss’altro perché tutti gli undici brani sono di Fossati, ma il carisma della signora Mazzini è più che sufficiente a garantire il necessario equilibrio espressivo. L’unico piccolo problema è che nonostante la sua impeccabilità questo pare un disco un filino frigido, forse vittima dell’enorme blasone dei nostri e dunque delle eccessive aspettative, forse per via di certi arrangiamenti un po’ demodé e fin troppo ortodossi. Ovviamente su due calibri del genere non si discute, ma il frutto del loro connubio ha più la parvenza di una classicità standardizzata l’appassionata spregiudicatezza dei rilanci memorabili. Del resto, non sarebbe giusto nemmeno pretenderlo, non oggi, e soprattutto, non da loro. Dunque accontentiamoci, tanto più che qui le delizie sovrastano di gran lunga i rimpianti.

Franz Coriasco