UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

MUMFORD & SONS: “Wilder Mind” (Island)

Marcus Mumford e i suoi tre compari avevano fatto il botto nel 2012, con il loro secondo album, Babel, che aveva consacrato questa giovane band londinese fra i grandi del folk-rock anglosassone...
15 Giugno 2015

Marcus Mumford e i suoi tre compari avevano fatto il botto nel 2012, con il loro secondo album, Babel, che aveva consacrato questa giovane band londinese fra i grandi del folk-rock anglosassone e fra le stelle più luminose del firmamento della nuova musica popolare.     
            C’è voluto più di un anno di lavoro per dare un seguito a un successo tanto clamoroso: da una parte le tentazioni di cavalcare l’onda virando verso i ghiotti mercati del mainstream pop, dall’altra il bisogno di non snaturarsi troppo per non deludere chi adorava il rustico folkeggiare delle loro prime canzoni.
            Ebbene, questo Wilder Mind (il loro terzo album ufficiale) è per l’appunto un ibrido stilistico frutto delle strategie succitate, ma anche del desiderio della band di ampliare e variegare i propri orizzonti espressivi. Grazie anche alla raffinata produzione di James Ford, le nuove canzoni smussano un po’ l’energia primigenia, ma guadagnano in eleganza e compattezza. Facile predire che critica e pubblico si spaccheranno in fazioni contrapposte proprio per l’evidente diversità tra queste canzoni - assai più elettriche e strutturate delle precedenti - e quelle che li avevano imposti sulla scena mondiale: un gesto di coraggio per molti, una svolta un po’ troppo piaciona per altri…
 
Franz Coriasco