UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

SANTANA: “Corazon” (Rca)

Messicano d’origine, il Nostro è tutt’ora uno dei maestri del chitarrismo rockettato (la sua Samba pa ti è ancora tra gli evergreen più amati dai freakettoni d’ogni latitudine). Qui lo ritroviamo alle prese con il latin-pop d’ultima generazione, ma senza perdere il gusto per le contaminazioni stilistiche: dal salsa alla bachata, dall’hip-hop al reggae.
22 Maggio 2014
           Carlos Santana non è soltanto una delle più longeve istituzioni del rock, ma anche uno dei precursori della contaminazione di questo con sonorità ed atmosfere extra occidentali.
           Messicano d’origine, il Nostro è tutt’ora uno dei maestri del chitarrismo rockettato (la sua Samba pa ti è ancora tra gli evergreen più amati dai freakettoni d’ogni latitudine). Qui lo ritroviamo alle prese con il latin-pop d’ultima generazione, ma senza perdere il gusto per le contaminazioni stilistiche: dal salsa alla bachata, dall’hip-hop al reggae.
Corazon è il suo album numero 37 è stato registrato in giro per il mondo sotto la supervisione di Clive Davis, già produttore nel ’99 del clamoroso successo mondiale del nostro con Supernatural. Intorno alle mitiche chitarre dello stagionato Carlos ruotano grossi calibri (dalla Estefan a Wayne Shorter), e comprimari più o meno noti, ma tutti ben inseriti nel contesto. Spiccano tra i brani una gustosa cover de La flaca e una rilettura assai modernista della mitica Oye como va: a sessantasette anni il Nostro non ha ovviamente granché da aggiungere al suo curriculum, ma questa voglia di continuare a confrontarsi e a mettersi in gioco certifica una volta di più l’energia e la passione che ancora nutrono il suo talento.
(Franz Coriasco)