UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

I dieci anni di Sat 2000. La nuova sfida si chiama switch off

Compie dieci anni Sat 2000, la tv satellitare cattolica. Era il 9 febbraio 1998 quando l’emittente trasmetteva i suoi primi programmi. Una novità assoluta nel panorama televisivo nazionale: una tv che rimetteva al centro dei palinsesti l’attenzione alla persona puntando sui contenuti e sulla qualità, coniugando informazione quotidiana e i valori cristiani.
11 Febbraio 2008

Compie dieci anni Sat 2000, la tv satellitare cattolica. Era il 9 febbraio 1998 quando l’emittente trasmetteva i suoi primi programmi. Una novità assoluta nel panorama televisivo nazionale: una tv che rimetteva al centro dei palinsesti l’attenzione alla persona puntando sui contenuti e sulla qualità, coniugando informazione quotidiana e i valori cristiani.
La nuova sfida si chiama switch off, quando cioè si passerà al digitale terrestre. Anche Sat 2000 aspetta questo giorno. «Noi abbiamo le possibilità e le capacità, e metterei anche l’entusiasmo – dice Marco Guglielmi, direttore generale dell’emittente cattolica –, di diventare un canale nazionale con il digitale terrestre né più né meno di tutti gli altri canali». Sat 2000 avvierà, anche in previsione di questo evento, la sperimentazione Auditel, all’inizio ad uso interno: «Una valenza commerciale – aggiunge Guglielmi – va comunque considerata. Un ritorno di ascolto ci consente di avere l’idea che abbiamo raggiunto l’obiettivo.
Questo non vuol dire rinunciare al nostro progetto, che resta fondamentalmente quello di trasmettere i valori cristiani e cattolici declinandoli in programmi che non trovano spazio nel panorama televisivo». Non è un inseguire l’Auditel, ma solo interrogarlo. «Questo significa – precisa Francesco Porcelli, produttore esecutivo dell’emittente – non rinunciare ai contenuti. Personalmente ho più fiducia io nella gente di quanti propinano programmi spazzatura. Il problema è che la gente vede e si abitua a vedere quello che si offre. Noi vogliamo dare contenuti, idee, suggestioni. Non è vero che la gente non vuole ciò. Da qui un tipo di televisione che ha, parafrasando un nostro programma, un formato famiglia. E poi molta attenzione al mondo dei giovani».

Tutta questa attenzione ai giovani fa dire a Marina Pizzi, direttore artistico di Sat: «Siamo gli anti De Filippi!». «Bella scoperta, si dirà, ma i giovani sono propositivi – aggiunge – ed è una sorpresa. I giovani non hanno nel panorama televisivo un luogo dove possono dire sul serio le loro idee. Capiscono che noi di Sat vogliamo sentirle queste idee, e in questo si sentono protagonisti». Il risultato raggiunto da Sat 2000 in dieci anni è misurabile con un solo dato: oggi la televisione dei cattolici autoproduce oltre 12 ore del palinsesto quotidiano. «È – sottolinea Stefano De Martis, coordinatore del palinsesto – un fatto eccezionale nel panorama delle emittenti private». E aggiunge orgoglioso: «Abbiamo un prodotto che si fa vedere. Non vogliamo che i cattolici guardino Sat per fede o per obbligo. E infatti non ci guardano per questo, ma perché trovano in noi un prodotto di qualità. Sat vuole parlare a tutti, ma si rivolge ai cattolici in particolare perché siamo convinti che vogliono una buona televisione». Oggi Sat arriva nelle case attraverso il satellite,rimandata dalle televisioni locali e, presto, esclusivamente attraverso il digitale terrestre. Intanto c’è un altro canale: internet, che porta la televisione attraverso il web dove il satellite non arriva. A via Aurelia sono infatti arrivati messaggi anche dal Giappone.