UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Un corpo a corpo
con le domande
dello spirito

Lucca ancora una volta ospita "I Teatri del Sacro", la rassegna di spettacoli sui temi della fede promossa dalla Federazione gruppi attività teatrali. Sono 22 le opere, tutte in prima nazionale e a ingresso libero, che fino al 16 giugno si stanno confrontando sul tema del sacro: spettacoli di tutti e il più possibile per tutti...
12 Giugno 2013
Ha preso il via lunedì 10 giugno, a Lucca, la terza edizione de “I teatri del sacro”, la rassegna di spettacoli sui temi della fede promossa dalla Federazione gruppi attività teatrali (Federgat), dalla Fondazione comunicazione e cultura, dall’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali e il Servizio nazionale per il progetto culturale della Cei, in collaborazione con l’Associazione cattolica esercenti cinema (Acec). “Un corpo a corpo libero e sincero con le domande dello spirito”, promotore di un teatro “di tutti e il più possibile per tutti”, perché lo spettacolo torni ad essere “un’occasione di partecipazione popolare, una festa al servizio della collettività e del suo ‘bene comune’, in nome di una bellezza concepita come gesto comunitario”.
 
Una “avventura dello spirito”. Sono 22 gli spettacoli, tutti in prima nazionale e a ingresso libero, che fino al 16 giugno si confronteranno sul tema del sacro. Palcoscenico della manifestazione, la città di Lucca, i suoi teatri, le sue chiese, la cinta muraria. Protagonisti attori e artisti professionisti e amatoriali, vincitori di un bando di concorso che ha visto la partecipazione di oltre 250 compagnie: ma anche e soprattutto lo spettatore, coinvolto in “laboratori dello sguardo” affinché la visione dello spettacolo diventi condivisione e dialogo. La rassegna non si concluderà a Lucca, ma continuerà a coinvolgere nei mesi successivi con la circuitazione degli spettacoli nei teatri stabili nazionali e nelle Sale della comunità diffuse sul territorio.
 
La ricerca del sacro. La rassegna si è aperta, lunedì sera, con tre spettacoli. Al teatro San Girolamo è andato in scena “Clarel, poema e pellegrinaggio in Terra Santa”, che l’attore Valter Malosti ha tratto dall’opera di Herman Melville: un “viaggio reale e spirituale alle fonti del Cristianesimo e dei suoi luoghi di elezione”. Dedicato al cammino anche il lavoro della compagnia “Teatri 35” che nella basilica di San Giovanni ha rappresentato il suo “Labirinto”, un viaggio nella simbologia cristiana attraverso la tecnica dei tableaux vivants. Tratto dall’“Eutifrone” di Platone, lo spettacolo “T/Empio-critica della ragion giusta” presentato dalla compagnia messinese Carullo-Minasi. Il dialogo tra Socrate e Eutifrone diventa una azione processuale sulla definizione di sacro e di empio. “Lo spettacolo - ci racconta l’interprete e regista Cristiana Minasi - è frutto di una ricerca che da diversi anni stiamo conducendo sulla triade amore-sacro-arte, ispirata ai testi di Platone. L’obiettivo è lavorare sui templi della ricerca della verità, la scuola, la chiesa, il tribunale: per noi santo è ricerca, niente potrà mai esistere in forza di un tentativo di ascendere verso possibili conoscenze. Anche la morte, che alla fine sopraggiunge per Socrate, diventa possibilità di continuare il cammino di conoscenza”. Una ricerca messa in scena attraverso l’espediente del processo, etimologicamente “avanzare”, “progredire”, e non “con-fermare l’empio”, una azione cioè “che permette un accadimento”: “Mettiamo in scena il dubbio attorno alla possibilità - spiega Minasi - e il festival ci ha dato la spinta e lo stimolo a compiere questa ricerca, a lavorare su un tema così alto”. Già protagonista della prima edizione del Festival nel 2009, la compagnia si interroga da alcuni anni sul tema del sacro: “Il sacro per noi non si può arrivare a definirlo - ammette Minasi -. E credo che questa sia la più grande risposta, perché in realtà altro non si può fare che cercarlo per tutta l’esistenza perché si possa giustificare questo nostro incedere verso un oltre: in questo è la sacralità, nella doppia forza tra sacro e santo, che genera il dubbio”.
 
a cura di Marta Fallani (www.agensir.it)