UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Roma: la parrocchia insegni a leggere gli spot

Nei giorni scorsi a Sant’Ivo alla Sa­pienza, a Roma, un incontro di riflessione organizzato dal­­l’Aiart sul volume «Il libro nero del­la pubblicità» di Adriano Zanacchi. Borgomeo e Zanacchi: contro l’invasività dei media, va arginata la logica commerciale.
1 Dicembre 2010
«Per preparare una predica spesso un sacerdote impiega un quarto d’ora. Per fare uno spot da 30 se­condi i pubblicitari lavorano per mesi». Un paradosso, se vogliamo ironico, che ben spiega però come mai i messaggi veicolati dalla pub­blicità siano così efficaci e, spesso senza che ce ne accorgiamo, fin trop­po persuasivi. Se ne è parlato nei giorni scorsi a Sant’Ivo alla Sa­pienza, a Roma, durante l’incon­tro di riflessione organizzato dal­­l’Aiart sul volume «Il libro nero del­la pubblicità» di Adriano Zanacchi. «La pubblicità condiziona il nostro modo di pensare. Impone model­li culturali linguistici. Stimola de­sideri che potrebbero avere un’al­tra connotazione, ci orienta, è pre­potente – ha sottolineato il presi­dente dell’Associazione spettatori Luca Borgomeo –. Gli spot sono fat­ti benissimo proprio per suscitare interesse e convincerci a compra­re ». E per riuscirci «a volte modifi­cano persino i valori e i modelli cul­turali ». Ecco allora la necessità an­che per gli educatori parrocchiali di prenderne coscienza e aiutare i giovani a sapersi liberare dai con­dizionamenti della pubblicità. «Dobbiamo prendere consapevo­lezza della complessità del proble­ma riguardo allo sviluppo della persona – ha rimarcato Borgomeo –. Giorno dopo giorno aumenta l’invasività dei media. Su certi sog­getti agisce in modo devastante. Spesso si abusa della credulità po­polare. L’impianto normativo non è per niente rassicurante. Non sia­mo fra i Paesi più avanzati ». Non solo ormai gli spot sono «magna pars nella definizione di pro­grammi, ma per quanto riguarda i quotidiani la pubblicità riesce a determinare la scelta editoriale. C’è insomma un orientamento determinato dal grande potere e­conomico finanziario». Problema­tiche spesso non facili da decifra­re e che proprio per questo, per il presidente Aiart «vanno affrontate anche all’interno delle parrocchie», per educare i ragazzi a una visione critica e consapevole dei messag­gi commerciali.