UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Una ricerca sul “consumo” mediatico

Quartiere San Giacomo, periferia di Matera. Corre il 2011 e, per iniziativa dell’Aiart, 1.000 dei 7.000 abitanti del rione vengono sottoposti a una sorta di censimento singolare: il test intende appurare il 'grado di cultura mediale in un quartiere di Matera'...
8 Novembre 2016

Quartiere San Giacomo, periferia di Matera. Corre il 2011 e, per iniziativa dell’Aiart, 1.000 dei 7.000 abitanti del rione vengono sottoposti a una sorta di censimento singolare: il test intende appurare il 'grado di cultura mediale in un quartiere di Matera'. «I risultati sono stati sorprendenti – osserva Domenico Infante, materano, già segretario nazionale dell’Aiart, e oggi membro del comitato di presidenza dell’associazione –. Da quella ricerca, che interessò tutte le fasce di abitanti, e soprattutto bambini e adolescenti, emerse che quasi il 20% del campione superava le 7 ore e 15 minuti di utilizzo dei media: televisione, siti Internet, social network e giochi online». Un dato significativo, aggiunge Infante, «se si tiene conto che un documento fresco di stampa dell'Ue aveva da poco fissato proprio a 7 ore e 15 minuti il limite oltre il quale la fruizione o l’interazione con quegli strumenti poteva dar luogo a dipendenza. I nostri ragazzini andavano incontro agli stessi rischi individuati nelle metropoli di Paesi come Francia, Germania o Spagna».

È in quella iniziativa una delle pietre miliari del contributo che l'Aiart della città dei Sassi ha saputo costruire per il territorio. «Quel progetto ci servì molto – evidenzia Infante – perché i risultati, preoccupanti, furono subito dibattuti con le istituzioni cittadine e i dirigenti scolastici con i quali venne condiviso un cammino di informazione e formazione le cui ricadute si sono spalmate negli anni successivi».