UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Dalla mondovisione all’endovisione. Pratiche e formati dello spazio televisivo

Le esperienze della visione cambiano: da una dimensione mondiale e generalista a un approccio interiore e personalizzato attraverso la molteplicità dei dispositivi e delle piattaforme.
22 Maggio 2017

1967, 25 giugno: si accende il satellite nei cinque continenti (26 paesi circa) con Our World, prima produzione televisiva in diretta. I Beatles, Maria Callas, Pablo Picasso, solo per citarne alcuni, entrarono così nelle case di circa settecento milioni di telespettatori con le loro produzioni e i loro racconti per circa due ore e mezza di trasmissione. Il progetto, pensato  dalla BBC in collaborazione con l’European Broadcasting Union, è stato realizzato in dieci mesi di lavoro e ha visto il coinvolgimento di circa diecimila tra tecnici, produttori e interpreti. Per l’occasione i titoli di testa furono accompagnati dal tema Our World cantato in 22 lingue diverse dai Piccoli Cantori di Vienna e la CBC Television Canada intervistò il guru dei media studies Marshall McLuhan in una sala di controllo della televisione di Toronto. Da quel momento in poi, la televisione «introdusse» con più forza «a ogni istante nello chez moi l’altrove e il mondiale» (Derrida): ciascun telespettatore si trovò proiettato insieme agli altri in un medesimo luogo che differisce da quello abitato permettendo ai soggetti di raggiungere in tempo reale uno spazio di suoni e immagini di cui, seppur distanti, si diviene testimoni diretti.

Nel 50° anniversario di questo primo esperimento in mondovisione, il presente volume prova, dunque, a chiedersi com'è cambiato il modo di fare televisione a partire da quell'evento e come sono mutate le esperienze della visione: da una dimensione mondiale e generalista a un'endovisione, ossia a un approccio interiore e personalizzato attraverso la molteplicità dei dispositivi e delle piattaforme. Fruizione, spettatorialità, sport, famiglia, culture giovanili, Chiesa ed emergenze sono i temi di riflessione di questo libro che intende anche riflettere la missione contemporanea dell’Aiart e il suo contributo alla creazione di una vera e propria cittadinanza mediale.

I curatori

Giovanni Baggio ha conseguito il Baccalaureato in Teologia ed è Dirigente Scolastico dell’Istituto alberghiero «De Filippi» di Varese. È vicepresidente nazionale dell’Aiart-Associazione cittadini mediali.

Massimiliano Padula insegna Sociologia (Pontificia Università Lateranense) e Sociologia dell’organizzazione e del tempo libero (Pontificia Facoltà di Scienze dell’educazione Auxilium). Coordina il Centro Alti Studi Lateranense. Dal gennaio 2016 è presidente nazionale dell’Aiart-Associazione cittadini mediali.

 

Dalla mondovisione all’endovisione. Pratiche e formati dello spazio televisivo

A cura di: Massimiliano Padula , Giovanni Baggio

Edizioni ETS

Pagine: 94

Prezzo: € 10