UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Privacy?
Non solo riservatezza…

Un pensatoio, un forum aperto dove promuovere l’altra faccia della privacy, il pieno sviluppo della persona umana. Il Laboratorio Privacy-Sviluppo, nato nel 2006 presso il Garante per la protezione dei dati personali, è parte di un progetto cui aderiscono venticinque Paesi, anche oltre i confini europei.
20 Gennaio 2012
Un pensatoio, un forum aperto dove promuovere l’altra faccia della privacy, intesa come pieno sviluppo della persona umana. Il Laboratorio Privacy-Sviluppo, nato nel 2006 presso il Garante per la protezione dei dati personali, è la 'bottega' in cui si cerca di rendere operativo il primo step verso la Civicrazia: la crescita dell’Io, delle potenzialità individuali e il raggiungimento della soddisfazione personale. Un’iniziativa internazionale a cui aderiscono i Garanti per la privacy di venticinque Paesi, anche oltre i confini europei.

Schiacciare la privacy sul solo diritto alla riservatezza, vista semplicemente come difesa del mondo privato dalle invasioni esterne, è limitativo, precisano dal Laboratorio, la 'privatezza' invece va letta anche come «sovranità su di sé, come sviluppo della persona per esprimere le proprie aspirazioni più profonde e realizzarle, attingendo pienamente e liberamente a ogni propria soggettività». La privacy e il correlato diritto allo sviluppo della persona (sancito dall’articolo 3 della Costituzione) rappresentano dunque un rovesciamento di prospettiva, la svolta appunto, un rafforzamento del sé che permette ad ognuno di non subire passivamente modelli prefabbricati.
Ogni individuo, infatti, va considerato innanzitutto come «protagonista artefice di ogni suo insindacabile progetto» e nel Laboratorio si tenta proprio di far in modo che ciascuno prescelga i modelli più vicini a lui o ne inventi altri più attinenti alla propria specificità.
Da qui il metodo del 'work in progress', che permette a tutti di apportare il proprio contributo all’opera collettiva: far sì che 'l’identità sognata' dal singolo diventi 'identità vissuta', far sì cioè che quello che si desidera sia effettivamente tradotto in realtà. Solo difatti la diffusione della «consapevolezza che ognuno può scegliere la propria strada, rispettando quella altrui - è il motto del Laboratorio - può realizzare una società migliore». Solo dopo aver imparato a cambiare il proprio modo di pensare (il compito principale del laboratorio), infatti, sarà possibile impegnarsi nel sociale per rendere concreta la Civicrazia.
Teoria, ma anche pratica, nelle scuole e nei centri di formazione universitaria per promuovere e radicare soprattutto nella mente dei giovani l’idea che cambiare rotta è possibile, con l’impegno di tutti, ma occorre partire dalla semplice quotidianità. Affermare così, senza subire nessuna disapprovazione normativa o sociale, il diritto a differenziarsi è la «premessa indispensabile affinché ognuno si senta unico, vivo e autentico». È infatti il singolo il primo garante di sé.
 

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