UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

La chiave giusta

Le storie di testimoni credibili sono la chiave per una comunicazione efficace nella Chiesa e il “social media manager” può rappresentare una “nuova professione” per gli uffici delle istituzioni ecclesiastiche. Se ne è discusso in conclusione dell'VIII seminario organizzato dalla Pontificia Università della Santa Croce.
19 Aprile 2012
Storie di fede e testimoni credibili sono la chiave per una comunicazione efficace nella Chiesa. Così come il “social media manager” può rappresentare una “nuova professione” per quanti lavorano negli uffici delle istituzioni ecclesiastiche. Sono questi alcuni degli aspetti emersi durante l’VIII seminario professionale sugli uffici di comunicazione della Chiesa, che si è concluso il 18 aprile all’Università della Santa Croce e ha avuto per tema “Comunicazione della Chiesa: volti, persone e storie”.

Saper riflettere la natura della Chiesa. A chiudere i lavori è stato il card. Raymond Burke, prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura apostolica, con una relazione su “Comunicazione e giustizia: quando i casi legali diventano notizia”. In una società totalmente secolarizzata, ha sottolineato il cardinale, “il semplice fatto che la Chiesa annuncia ciò che sa essere vero, ad esempio riguardo alla legge morale, è visto come contrario al bene della società o come causa di oppressione per gli altri”. Una delle principali sfide che si pone dunque ai comunicatori istituzionali è quella di “saper riflettere fedelmente la natura stessa della Chiesa, che sin dalla sua fondazione risponde in obbedienza alla volontà del Padre, come ha insegnato il suo fondatore, Cristo”, ha dichiarato il porporato. La Chiesa “è chiamata ad essere uno specchio di giustizia nel mondo”. Ciò che la disciplina, compresi i processi canonici, “non solo non rappresenta un ostacolo alla comunicazione della fede cattolica” quanto piuttosto è “manifestazione efficace della sua vitalità”.

Il linguaggio giuridico “va ridotto a termini di verità per poterlo comunicare”, e così deve valere per le decisioni di governo nella Chiesa. Infatti, “d’accordo con la tradizione canonica plurisecolare, la ragionevolezza deve essere una delle note tipiche di una decisione del superiore”. Lo ha affermato il segretario del Pontificio Consiglio per i testi legislativi, mons. Juan Ignacio Arrieta, che nel suo intervento ha spiegato le prassi adottate nella presa di decisioni negli enti della Chiesa.

Superare i pregiudizi. Durante il seminario si è parlato dell'importanza del linguaggio audiovisivo nella comunicazione istituzionale della Chiesa, grazie agli interventi del presidente della Catholic Radio Association degli Stati Uniti, Stephan Gajdosik, e il filmmaker tedesco Marcus Vetter. Il primo ha evidenziato come la “sinergia tra i media cattolici” rappresenti un frutto ma anche una ricetta per una “comunicazione efficace”. In questo contesto, la radio riveste “un ruolo molto importante, perché, come la televisione, ha un grande impatto sulle persone”. Per il secondo la chiave “per superare i pregiudizi e comunicare la verità” si trova nell'incontro personale. Bisogna “andare incontro all'altro in spirito di fratellanza e mente aperta”. È stata poi presentata l’esperienza di “Catholic Voices”, nel Regno Unito. L’iniziativa è nata nel 2006 in vista della visita del Papa in Inghilterra e ha proseguito nel tempo su richiesta di tante diocesi. Dalla Polonia all'Irlanda, passando per il Messico e fino agli Stati Uniti, “Catholic Voices” ha contribuito a rivitalizzare l'apologetica cattolica attraverso i media, insegnando i principi basilari della comunicazione, e soprattutto a presentare il messaggio cristiano in maniera positiva. A presentare Vatican Insider è stato il suo ideatore, Mario Calabresi: l'iniziativa è nata “con l'idea di riunire i migliori esperti di Chiesa per offrire uno strumento di informazione seria e priva di pregiudizio, una fonte informativa credibile, che oggi è consultata in tutto il mondo”.

Volti ed immagini. Il seminario ha ospitato anche una tavola rotonda con i direttori degli uffici di comunicazione sociale della Conferenza episcopale ceca, delle arcidiocesi di Vienna e Lione e della diocesi di Coira, che hanno riportato le loro esperienze su “raccontare la Chiesa attraverso volti e immagini”. “Occorre un nuovo progetto che mostri storie di fede vissuta. Per essere interessanti e vincere nei cuori la chiave sono le persone preparate in grado di parlare, convincere e mostrarsi in pubblico”, ha affermato Michael Prüller, dell'arcidiocesi di Vienna. Monika Vyvodova, della Repubblica Ceca, ha invece presentato il progetto “Jsem Katolik” (Io sono cattolico) che, attraverso testimoni credibili, intende promuovere la fede in un paese piuttosto agnostico, che non nutre molta fiducia nelle istituzioni e conta appena 1 milione di cattolici (il 10% della popolazione). “Ciò che oggi manca alla comunicazione ecclesiale è la capacità di rispondere in maniera comunicativa a una questione difficile, o a una domanda provocatoria, esprimendo la propria testimonianza di fede senza cadere nel tranello dell'impreparazione”, ha aggiunto Giuseppe Grazia della diocesi di Coira. Infine, Matthias Matussek, del Der Spiegel, ha offerto alcune chiavi di lettura dell'ultimo viaggio del Papa in Germania, mentre Juan Martín Ezratty, direttore di “Digito Identidad Visual” (Argentina), ha presentato il video “Dieci domande a un sacerdote”, un documentario sull'esperienza pastorale raccontata da alcuni sacerdoti argentini.