UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

La proposta: un unico Codice per i media

Unificare i Codici (un solo Codice, con quattro aree di riferimento: tv, internet, videotelefonia, videogiochi), imporre ai produttori, agli operatori, alle emittenti di autocertificare che il “prodotto” rispetta le disposizioni del Codice: questa la proposta del Consiglio nazionale degli utenti.
11 Luglio 2012
Il troppo stroppia. Anche per quanto riguarda i Codici etici che, eccellenti sulla carta, non riescono affatto a tutelare gli utenti di un sistema dei media sempre più complesso e sempre più difficile da regolamentare, come dimostra la sistematica violazione delle leggi in vigore nel nostro Paese. Con una conseguenza sorprendente, come rileva il presidente nazionale dell’Aiart Luca Borgomeo in un articolo che apparirà sul prossimo numero della rivista «La Parabola». Scrive Borgomeo: «È talmente carente ed inadeguato il quadro normativo che – paradossalmente – l’architrave di tutto il sistema di tutela degli utenti finisce per essere l’iniziativa privato-collettiva».
Nasce da queste constatazione l’iniziativa, lanciata dal Consiglio nazionale degli utenti, di una riforma del sistema, così sintetizzata dallo stesso Borgomeo: «unificare i Codici (un solo Codice, con quattro aree di riferimento: tv, internet, videotelefonia, videogiochi), imporre ai produttori, agli operatori, alle emittenti di autocertificare che il “prodotto” rispetta le disposizioni del Codice, e – nell’ipotesi che un utente, un’associazione, il Consiglio nazionale degli utenti rilevi l’inesattezza o la falsità dell’autocertificazione – di sottoporsi al giudizio di un Comitato, espressione tripartita di istituzioni, operatori e utenti, dotato del potere reale di comminare sanzioni rilevanti e tali da avere un effetto deterrente sul comportamento degli operatori».

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