UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Un “tocco” del Papa sul tablet
la Chiesa svolta nei nuovi media

Bene­detto XVI che avvia, con un semplice 'tap' sullo schermo di un tablet, il nuovo portale vaticano, più che aprire prolunga una strada già lar­gamente percorsa: è un fatto che la co­municazione, pur da diversi versanti, si trovi, oggi, al centro del suo magiste­ro.
28 Giugno 2011
Stavolta no, l’i­niziativa ha a­vuto poco a che vedere con i tempi 'escatologici ' della Chiesa: non erano in molti a pensare che in così poco tempo, a partire dai primi ru­mors la realizzazione si sarebbe com­piuta. E invece, alle porte dell’estate, quando il rinvio «post aquas» sembra essere la parola d’ordine per sgombra­re il campo da ogni urgenza, ecco spuntare l’atteso portale dell’informa­zione della Santa Sede, www.news.va, nuovo indirizzo per rintracciare in rete tutto il flusso di notizie vaticane (e an­che più). Le nuove tecnologie hanno messo le ali a ogni forma di comunica­zione, ma nel varo di questo portale, ad affrettare i tempi è stato un altro fattore: la ricorrenza dei 60 anni di sa­cerdozio di Benedetto XVI. (E neppure in un giorno qualunque, ma nella so­lennità di San Pietro e Paolo, che del papato e della chiesa di Roma rappre­senta la summa).

Proprio così: c’era in mente tale traguardo quando si è co­minciato a fare i primi passi in direzio­ne di quest’omnibus di rete che, come mai era accaduto prima, mette ora in­sieme tutta la galassia dei media vati­cani. Di fronte a 60 anni di vita sacer­dotale, non solo per chi è poi salito sulla Cattedra di Pietro, è arduo trovare un regalo all’altezza. Per non andare fuori strada, l’unico campo da esplora­re era quello dei segni; di un gesto ca­pace di parlare da sé e, dunque, di co­municare in proprio. L’indicazione, per gli operatori dei media vaticani, si è fatta largo senza fatica: spalancare la porta – e con essa il portale – di una comunicazione alla quale proprio Pa­pa Benedetto non si è stancato di indi­care la strada maestra della verità con a fianco le due corsie di marcia della trasparenza e del coraggio. E con un’aggiunta essenziale: quella di una sfida – accettata e lanciata, nella stessa misura – sul piano della modernità e dell’aggiornamento spinto fino all’e­stremo delle nuove tecnologie. Bene­detto XVI che avvia, con un semplice 'tap' sullo schermo di un tablet – e chissà forse con il primo tweet in asso­luto – il nuovo portale vaticano, più che aprire prolunga una strada già lar­gamente percorsa: è un fatto che la co­municazione, pur da diversi versanti, si trovi, oggi, al centro del suo magiste­ro. E ciò perché la Chiesa di questi an­ni, incoraggiata e spinta dal suo Pasto­re, non è rimasta alla finestra, né si è li­mitata a 'benedizioni' o accoglienze formali, ma ha scelto di entrare nel vi­vo, ben consapevole delle enormi po­tenzialità che le nuove tecnologie apri­vano sul versante diretto dell’evange­lizzazione, ma anche su quello di un dialogo più ampio con la realtà di un mondo al quale la globalizzazione ha cambiato faccia. Nella visione di Papa Benedetto i nuovi media rappresenta­no una delle sfide antropologicamente decisive per il futuro dell’uomo. E una tale consapevolezza continua a diffon­dersi dalla chiesa al mondo, poiché sempre più sta emergendo che pro­prio la natura – direi, anzi, la qualità – dell’accoglienza che la Chiesa ha riser­vato all’era digitale, ha contribuito a consolidarne uno spessore culturale che rischiava di non superare la soglia di una sorta di continua giostra delle meraviglie, con dispositivi sempre più sofisticati posti a far bella mostra di sé ed essere concupiti su un mercato ag­guerrito come altri mai. Può aver de­stato qualche iniziale sorpresa il Papa su Youtube, e non tutti erano forse convinti della sua familiarità con i nuovi media, ma il discorso alla fine si è come capovolto, nel senso che dei nuovi media Benedetto XVI, attraverso una costante predicazione, ma anche con il dono naturale della sua pacata chiarezza – ha reso familiari gli aspetti fondamentali – l’autenticità, la coeren­za, il valore del messaggio – talvolta messi in ombra proprio dalle mirabo­lanti possibilità applicative. Non si tratta di un passaggio di poco conto, anche perché si intravvede, sullo sfon­do, qualcosa di duraturo, ovvero un ruolo specifico della Chiesa su un tale versante. Il portale stesso è come l’ulti­mo tratto di un lungo cammino. È un traguardo che invita certo a guardare avanti, ma la storia della comunicazio­ne vaticana è un percorso lineare in qualche punto interrotto da una svol­ta. Forse una, nel ricordo dei 60 anni di sacerdozio di Papa Benedetto, è appe­na iniziata.