UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Anziani e internet: gettarsi nella rete per rimanere vivi

Le molteplici potenzialità dei nuovi media possono contribuire a migliorare la qualità di vita anche della popolazione più anziana, perché essi rappresentano un luogo per la comunicazione che, ad ogni età, deve rimanere viva, in quanto bisogno essenziale della persona.
14 Aprile 2010
La vita umana è stata paragonata alle quattro stagioni e la vecchiaia rappresenta l'inverno. Nell'Antico Testamento, la longevità è un dono di Dio, laddove nelle società gerarchiche essa conferisce addirittura potere.
Nella millenaria storia umana, ogni società ha sviluppato il suo modo di confrontarsi con il passare degli anni, rispettando l'anziano, custode di conoscenza e saggezza, particolarmente presso le culture orali nelle quali esso rappresentava la memoria collettiva.
 Ma al ruolo di valorizzazione della vecchiaia si è contrapposto quello di svalutazione, soprattutto in funzione di una società basata sulla forza fisica e produttiva. L'esistenza umana è sempre stata contrassegnata da un'incessante evoluzione, dal punto di vista individuale, ma anche dal punto di vista sociale, costringendo ciascuno a confrontarsi con perdite, conquiste e sfide che il trascorrere del tempo inevitabilmente propone. Sostanzialmente, infatti, la vita è una vera e propria sfida all'adattamento.
I progressi della medicina hanno "regalato" al nostro secolo una maggiore longevità, tanto da avere una crescente popolazione di persone anziane in ogni parte del pianeta. E se da un lato emerge la necessità di assumersi la responsabilità di accudire i cittadini più vecchi, dall'altro la società contemporanea è chiamata a riconoscere il ruolo dell'anziano che vuole essere presente e attivo, pur nell'adattamento ai cambiamenti del proprio corpo e dell'ambiente circostante, nel rispetto di ogni bisogno, psicologico, spirituale e sociale.
Per vivere bene la propria esistenza, occorre dare un senso al tempo che si vive, sia nella giovinezza che nella vecchiaia, e l'accettazione della propria condizione inizia dalla scoperta di nuovi valori e dal confronto con nuovi limiti, perché il processo di apprendimento non finisce mai. Nel caso specifico del nostro tempo, una sfida per gli anziani emerge della rivoluzione digitale, nel rapporto con i nuovi media, in particolare con internet.
Siamo portati a considerare gli anziani e le nuove tecnologie come mondi lontani tra loro e pensando a una persona ipertecnologica, immaginiamo subito che sia giovane. Naturale, ma non del tutto esatto, poiché internet non è un ambito riservato unicamente a una determinata fascia di età.
In un certo senso, internet può diventare a ogni età lo strumento per rimanere all'interno di un mondo che sta cambiando in maniera irreversibile, anche se gli anziani possono trovare delle barriere che rendono più difficile l'accesso alle nuove tecnologie.
In questo caso, si crea un abisso, una spaccatura, che separa i giovani, abituati da sempre a gestire i nuovi mezzi, e gli anziani, che accedono alle nuove tecnologie con una serie di difficoltà. Troppo veloci i cambiamenti, troppo complessi i nuovi strumenti, questo porta inevitabilmente all'isolamento. Radio, televisione, stampa, telefono, cellulari sono strumenti con cui gli anziani hanno imparato a convivere, ma le cose si complicano nel momento in cui si passa a strumenti tecnologici per i quali è indispensabile apprendere un nuovo linguaggio, come nel caso dell'informatica.
Il digital divide definisce due mondi contrapposti, rappresentando il confine che separa le società sviluppate da quelle non sviluppate, non solo tra Paesi e aree del mondo, ma anche all'interno di ogni Paese. Esistono, infatti, molte persone che per età e condizione sociale rischiano di essere private del diritto alla conoscenza e alla formazione, dell'opportunità di usufruire di servizi presenti sulla rete.
Pertanto, avvicinare gli anziani alle nuove tecnologie significa rovesciare gli schemi di trasmissione del sapere e far sì che i giovani diventino il punto di riferimento per tutti coloro che, pur non facendo parte della generazione digitale, vogliono entrare in questo mondo.
Il potenziale dei nuovi media è immenso e dovrebbe contemplare innanzi tutto una partecipazione globale, destinato a tutta l'umanità, senza distinzioni culturali, sociali o anagrafiche, rimuovendo gli ostacoli che ne impediscono l'uso. Oggi, infatti, più che nel passato, avere a che fare con la tecnologia è quanto mai fondamentale, poiché la nostra società è sempre più dipendente da essa e per le persone anziane i nuovi media possono diventare un valido aiuto, non solo nelle questioni pratiche, ma anche per accrescere le loro conoscenze e appagare il loro bisogno di raccontarsi, rimanendo in contatto con il mondo.
Da una serie di indagini svolte in vari Paesi, emerge che l'uso dei nuovi media da parte degli anziani è notevolmente cresciuto negli ultimi anni, partendo anche dalla possibilità che essi offrono di comunicare con i familiari spesso lontani. La discriminante per l'uso dell'informatica non è dunque l'età e, superando l'ostacolo dell'incomprensione, la curiosità ha spinto molto anziani ad avvicinarsi a tali strumenti spesso con la complicità dei nipoti. Si sono sviluppate così varie iniziative, mirate a organizzare veri e propri corsi di formazione per anziani all'uso del computer, perché internet diventa ogni giorno più importante e non avere un accesso alla rete può rendere difficile usufruire di molte informazioni e servizi.
Del resto, negli inevitabili processi di trasformazione che conducono alla società del futuro, ogni individuo ha diritto a rimanere all'interno del cambiamento, perché diventa difficile vivere fuori da progressi che, per certi aspetti, sono irreversibili.
Internet dunque può servire agli anziani per questioni strettamente pratiche, ma anche per mantenersi al passo con le veloci trasformazioni del mondo, contribuendo a instaurare un dialogo tra le diverse generazioni, creando relazioni di sostegno che aiutino l'anziano in una delicata fase dell'esistenza, nella quale disagi e solitudine amplificano l'esperienza molteplice della perdita, tra cui quella dell'autonomia, della salute, delle relazioni.
La vecchiaia, da sempre compagna dell'uomo, è una condizione di vita che non va valutata secondo una serie di preconcetti, ma va considerata e soprattutto "accompagnata", perché ogni anziano desidera mantenere la propria autonomia il più a lungo possibile e merita un posto nella società.
Pertanto, le molteplici potenzialità dei nuovi media possono contribuire a migliorare la qualità di vita anche della popolazione più anziana, perché essi rappresentano un luogo per la comunicazione che, ad ogni età, deve rimanere viva, in quanto bisogno essenziale della persona.
 
(di Claudia Di Giovanni
©L'Osservatore Romano - 12-13 aprile 2010)