UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

In una mente collettiva. Twitter: una miniera di informazioni in presa diretta

Twitter cambierà la nostra vita? È l'interrogativo che in molti si pongono considerando il successo che sta riscuotendo uno dei fenomeni della Rete maggiormente in espansione. Padre Spadaro (che sulla Civiltà Cattolica del 4 luglio scorso ha pubblicato un saggio in materia), ci spiega il perché di tanto successo...
13 Agosto 2009

Twitter cambierà la nostra vita? È l'interrogativo che in molti si pongono considerando il successo che sta riscuotendo uno dei fenomeni della Rete maggiormente in espansione. Secondo alcune statistiche, in un anno il tasso di crescita di Twitter è stato del 1.298%; altre statistiche rilevano che, in un anno, il tempo speso su Twitter è cresciuto di circa il 3.700%. Ma che cos'è Twitter? In inglese questa parola significa "cinguettio", ma può essere anche un verbo, "cinguettare". Il simbolo di Twitter è, infatti, un uccellino che cinguetta. Si tratta - spiega padre Antonio Spadaro , gesuita, redattore della rivista "La Civiltà Cattolica", dove è stato recentemente pubblicato un suo saggio su Twitter (4 luglio 2009) - di "una forma di socializzazione che consente a una persona di inviare da un computer o da uno smartphone un messaggio, detto tweet, non più lungo di 140 caratteri che raggiunge immediatamente coloro che hanno scelto di stare in contatto con lei. I propri aggiornamenti risultano visibili a chiunque, a meno che non si decida diversamente. Twitter dunque è quanto di più semplice ci possa essere". A padre Spadaro, che è anche esperto di nuove tecnologie, abbiamo chiesto di spiegarci il perché di tanto successo...

Questo "fenomeno" cambierà la vita di chi lo utilizza? E in che modo?
"Twitter genera un vero e proprio laboratorio di micro-comunicazione in fermento: testimonia l'ampia comunicazione che avviene in Rete e fa emergere subito le novità, permettendo la diffusione di notizie, opinioni, idee. Questo è il motivo di tanto interesse da parte di una rivista come La Civiltà Cattolica. Twitter è diventato una miniera di informazioni continuamente aggiornate in presa diretta, ponendosi in competizione con i tradizionali motori di ricerca. Il sistema di ricerca di Twitter offre come risultati ciò che gli utenti si stanno dicendo su quel particolare argomento nell'istante in cui la ricerca viene effettuata. Viene insomma «servito» il super fresh web, come è stato definito. Ricordiamo che sono stati twitters i primi a segnalare le rivolte contro il presidente iraniano Ahmadinejad, ma anche il terremoto nel Sichuan e quello in Abruzzo. Twitter, insomma, è una sorta di radar costituito dalla viva selezione di persone: esplorare Twitter è come navigare in una mente collettiva che elabora idee, filtra le informazioni, commenta le notizie".

Quali i rischi e le opportunità?
"I rischi sono sostanzialmente legati a una percezione falsata della realtà dei rapporti, come, ad esempio, quello di confondere un modo per essere aggiornati su cosa una persona sta facendo o pensando, con una strada facile per stabilire con lei una relazione in qualche modo personale. D'altra parte, nonostante i rischi, i social networks rappresentano una grande risorsa per far nascere, approfondire e tener vivi i rapporti umani. Twitter può essere, dunque, sia un modo per perdere tempo e per alienarsi dalla propria vita in una marea di messaggi inviati e ricevuti, sia un modo nuovo per tenere vive relazioni, per comunicare meglio e per essere informati in una maniera più efficace".

Benedetto XVI ha dedicato la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali 2009 al tema "Nuove tecnologie, nuove relazioni". Quali riflessioni pensando a Twitter?
"L'elezione al pontificato di Benedetto XVI ha accompagnato, se così possiamo dire, un'evoluzione ulteriore del mondo della Rete: la sua decisa trasformazione in un network sociale. Il messaggio del Papa, innanzitutto, ribadisce proprio questa considerazione: le nuove tecnologie digitali stanno determinando cambiamenti fondamentali nei modelli di comunicazione e nei rapporti umani. Un punto cardine del suo discorso è il concetto stesso di «amicizia» che si realizza in Rete. Riemergono, infatti, con forza i concetti di persona, autore, relazione, amicizia, intimità… Occorre comprendere bene, ha affermato il Pontefice, come il concetto stesso di «prossimo» e, più specificamente di «amicizia» si modifichino e si evolvano a causa della Rete".

Qualcuno ha parlato di Twitter come di una metafora della Chiesa ipotizzando una sorta di teologia. Cosa ne pensa?
"La metafora è interessante ma inadeguata: l'«appartenenza» ecclesiale non è mai frutto di un «consenso» né è un «prodotto» della comunicazione. La Chiesa non è una rete di relazioni immanenti, ma ha sempre un principio e un fondamento «esterno». Se le relazioni in Rete dipendono dalla presenza e dall'efficace funzionamento degli strumenti di comunicazione, la comunione ecclesiale è radicalmente un «dono» dello Spirito. L'agire comunicativo della Chiesa ha in questo dono il suo fondamento e la sua origine. Inoltre, i rapporti di Rete rischiano di formare un'abitudine all'inutilità della mediazione incarnata in un certo momento e in un certo luogo, e dunque anche alla testimonianza e alla comunicazione autorevole".

È possibile immaginare - e come - un uso pastorale di Twitter?
"È possibile immaginare molti usi pastorali . Pensiamo all'invio di brevi messaggi con le notizie fondamentali della parrocchia o di una comunità ecclesiale. La creatività dei credenti e dei pastori può trovare forme nuove di diffusione e condivisione del Vangelo e della vita della Chiesa: nel mondo cristiano ci sono già alcune esperienze di questo tipo. In alcuni casi, parroci pongono domande durante l'omelia domenicale chiedendo ai fedeli di rispondere con tweets. A volte sacerdoti o pastori inviano una frase del Vangelo o uno spunto di meditazione per la giornata. Si tratta di usi già attuati in comunità ecclesiali attive in contesti culturali molto sensibili alle nuove tecnologie e al loro uso ordinario".

(a cura di Vincenzo Corrado)