UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Ancona: il “contagio” della buona notizia

«Sia l’informazione, sia la comunità devono crescere, insieme, verso un traguardo di nuova responsabilità». Così l’arcivescovo di Ancona-Osimo, Edoardo Menichelli, a Castelfidardo, intervenendo alla serata promossa dalla arcidiocesi nell’ambito della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali...
21 Maggio 2012
«Sia l’informazione, sia la comunità devono crescere, insieme, verso un traguardo di nuova responsabilità». Così l’arcivescovo di Ancona-Osimo, Edoardo Menichelli, a Castelfidardo, intervenendo alla serata promossa dalla arcidiocesi nell’ambito della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, che ha visto intervenire il caporedattore di «Avvenire», Francesco Ognibene, che in redazione segue il progetto «Portaparola», il direttore del periodico diocesano, «Presenza», Marino Cesaroni e il direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali, don Carlo Carbonetti. Affrontando il tema scelto, «La comunicazione per il Paradiso», Menichelli ha osservato come siamo, oggi, ancora abbastanza distanti dall’idea di una comunicazione a servizio della comunità: siamo bombardati da una pioggia di stimoli, spesso esondanti, studiati per creare morbosità più che per fare crescere la persona. Invece, ha osservato l’arcivescovo, occorre avere il coraggio del bene, nella convinzione che sia possibile e doveroso il «contagio» della buona notizia. «Sia la comunità che gli operatori della comunicazione – ha aggiunto l’arcivescovo – devono avere uno sguardo sul mondo, alto, quasi trascendente e educarsi reciprocamente a un uso intelligente dei media, in modo da riuscire a riflettere, elaborare i contenuti, e non solo “bere” la miriade di notizie che ci raggiungono, ormai, in ogni modo». A queste considerazioni si è ispirato Ognibene, aggiungendo che «la fede, ha affermato, ci è di grande aiuto in questo tentativo di “guardare oltre” lo spicchio di storia che abbiamo davanti, dando respiro anche alle nostre scelte, con una selezione più esigente delle notizie da offrire. Uno sguardo diverso – ha chiarito – si traduce anche in un filtro a maglie strette con cui esaminiamo la vita e la realtà, proiettandola verso un orizzonte diverso, che trova pienezza proprio nella “vita buona del Vangelo” cui i vescovi richiamano tutti noi».