UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Avvenire, da quarant'anni al servizio della verità

Una Rotonda sul mare gremita di residenti e turisti, quella che l’altra se­ra durante la 33ª Fe­sta di «Avvenire» ha offerto un palcoscenico d’eccezione al­l’incontro con il direttore del giornale, Dino Boffo: alle spalle, come quinte, il golfo di Lerici il­luminato dalle luci delle barche e del Castello, sul palco la con­duttrice televisiva Paola Saluz­zi, da anni in forze a Sat2000, che insieme a Boffo toccava gli aspetti più attuali, anche spi­nosi, della comunicazione, cro- ce e delizia della nostra epoca. A partire proprio da «Avvenire», che compie 40 anni di vita al ser­vizio della verità.
1 Agosto 2008

Una Rotonda sul mare gremita di residenti e turisti, quella che l’altra se­ra durante la 33ª Fe­sta di «Avvenire» ha offerto un palcoscenico d’eccezione al­l’incontro con il direttore del giornale, Dino Boffo: alle spalle, come quinte, il golfo di Lerici il­luminato dalle luci delle barche e del Castello, sul palco la con­duttrice televisiva Paola Saluz­zi, da anni in forze a Sat2000, che insieme a Boffo toccava gli aspetti più attuali, anche spi­nosi, della comunicazione, cro- ce e delizia della nostra epoca. A partire proprio da «Avvenire», che compie 40 anni di vita al ser­vizio della verità, anche quando scomoda: « Ci sono le pagine gioiose da raccontare, come quelle della Gmg a Sydney – ha detto Boffo – ma poi ce ne sono tante difficili. Penso al caso di Eluana: si scrive erroneamente che è in coma ' permanente', invece il suo è uno stato 'persi­stente', c’è una differenza so­stanziale. Se il giornalismo non si impone di far capire, di infor­mare correttamente, non fa un buon servizio. Eluana è una di noi, simbolo della nostra uma­nità, emblema di una condi­zione che è di molti. La sua vi­ta è indisponibile, se comin­ciamo a fare eccezioni non sappiamo dove arriveremo, nel no­me della cosiddetta 'qualità del­la vita' quante altre esistenze non brillanti, non briose, ma pur sempre vite pulsanti spe­gneremo? ». In un mondo in cui le frontiere della scienza sono sempre più audaci e le scelte etiche diffici­li, il ruolo di un giornale che of­fre gli strumenti per compren­dere diventa fondamentale: «In Australia durante la Gmg il car­dinale di Sydney, Pell, al collega di Avvenire che lo intervistava ha fatto un mare di domande sul nostro giornale – ha riferito Boffo –: aveva capito che un cat­tolicesimo che si risveglia e cre­sce ha bisogno di un suo quoti­diano che entri nelle case, par­li alla gente. Pare voglia fonda­re un Avvenire in Australia». Af­fidate a un giornalismo impe­gnato ci sono battaglie vitali per un Paese, come quella a favore del « bene famiglia » : « Quando sento che Avvenire sarebbe il giornale dei preti sorrido: alla famiglia dedica un inserto set­timanale, un periodico mensile e servizi quotidiani. D’altra par­te è questa l’autostrada per amare l’Italia e il futuro del nostro Paese». Un Paese in cui la nata­lità è vicina allo zero: «Non si ri­flette abbastanza su un’Italia che nel 2040 sarà disabitata da­gli italiani. Senza fare allarmi­smi, io penso che gli immigrati siano una boccata d’ossigeno, ma l’integrazione si fa in due e c’è bisogno anche di una gene­razione di italiani, un domani». Anche per questo il «pressing» alla classe politica per ottenere leggi che tutelino la famiglia è all’ordine del giorno su «Avve­nire » e sulle emittenti televisive e radiofoniche collegate – Sat2000 e InBlu – «nate dieci an­ni fa per esserci come cattolici anche nelle agorà più impervie e superare il complesso di una nostra presenza nella piazza te­levisiva. Oggi ci siamo, diver­tendoci e facendo intratteni­mento, ma con i contenuti in cui crediamo, ed entro il 2011 col digitale terrestre saremo nelle case di tutti gli italiani come og­gi Rai o Mediaset. A chi mi scri­ve che la tivù è cattiva maestra rispondo: e perché non cambia canale? Togliete audience alla banalità, esercitate la vostra li­bertà di scelta». La serata si è chiusa con la con­segna a Boffo del Premio Ange­lo Narducci dalle mani del vescovo di La Spezia-Sarzana-Bru­gnato Francesco Moraglia «per una vita di impegni sempre as­solti al servizio della verità», e l’incontro a sorpresa con Matil­de, 6 mesi, nata il gennaio scor­so a La Spezia e accolta quel giorno sulle pagine di «Avveni­re » da un benvenuto firmato Dino Boffo, in risposta a una commossa lettera dei due gio­vani genitori- lettori al « loro » giornale. La piccola Matilde, su quel palco, era l’emblema di un’Italia che può ancora spera­re, e tanto.
Nell’ambito della 33ª festa di Lerici, il premio Angelo Narducci è stato assegnato al direttore del quotidiano cattolico, Dino Boffo: buon giornalismo è imporsi di farsi capire.Togliamo audience alla banalità
 

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