Una Rotonda sul mare gremita di residenti e turisti, quella che l’altra sera durante la 33ª Festa di «Avvenire» ha offerto un palcoscenico d’eccezione all’incontro con il direttore del giornale, Dino Boffo: alle spalle, come quinte, il golfo di Lerici illuminato dalle luci delle barche e del Castello, sul palco la conduttrice televisiva Paola Saluzzi, da anni in forze a Sat2000, che insieme a Boffo toccava gli aspetti più attuali, anche spinosi, della comunicazione, cro- ce e delizia della nostra epoca. A partire proprio da «Avvenire», che compie 40 anni di vita al servizio della verità, anche quando scomoda: « Ci sono le pagine gioiose da raccontare, come quelle della Gmg a Sydney – ha detto Boffo – ma poi ce ne sono tante difficili. Penso al caso di Eluana: si scrive erroneamente che è in coma ' permanente', invece il suo è uno stato 'persistente', c’è una differenza sostanziale. Se il giornalismo non si impone di far capire, di informare correttamente, non fa un buon servizio. Eluana è una di noi, simbolo della nostra umanità, emblema di una condizione che è di molti. La sua vita è indisponibile, se cominciamo a fare eccezioni non sappiamo dove arriveremo, nel nome della cosiddetta 'qualità della vita' quante altre esistenze non brillanti, non briose, ma pur sempre vite pulsanti spegneremo? ». In un mondo in cui le frontiere della scienza sono sempre più audaci e le scelte etiche difficili, il ruolo di un giornale che offre gli strumenti per comprendere diventa fondamentale: «In Australia durante la Gmg il cardinale di Sydney, Pell, al collega di Avvenire che lo intervistava ha fatto un mare di domande sul nostro giornale – ha riferito Boffo –: aveva capito che un cattolicesimo che si risveglia e cresce ha bisogno di un suo quotidiano che entri nelle case, parli alla gente. Pare voglia fondare un Avvenire in Australia». Affidate a un giornalismo impegnato ci sono battaglie vitali per un Paese, come quella a favore del « bene famiglia » : « Quando sento che Avvenire sarebbe il giornale dei preti sorrido: alla famiglia dedica un inserto settimanale, un periodico mensile e servizi quotidiani. D’altra parte è questa l’autostrada per amare l’Italia e il futuro del nostro Paese». Un Paese in cui la natalità è vicina allo zero: «Non si riflette abbastanza su un’Italia che nel 2040 sarà disabitata dagli italiani. Senza fare allarmismi, io penso che gli immigrati siano una boccata d’ossigeno, ma l’integrazione si fa in due e c’è bisogno anche di una generazione di italiani, un domani». Anche per questo il «pressing» alla classe politica per ottenere leggi che tutelino la famiglia è all’ordine del giorno su «Avvenire » e sulle emittenti televisive e radiofoniche collegate – Sat2000 e InBlu – «nate dieci anni fa per esserci come cattolici anche nelle agorà più impervie e superare il complesso di una nostra presenza nella piazza televisiva. Oggi ci siamo, divertendoci e facendo intrattenimento, ma con i contenuti in cui crediamo, ed entro il 2011 col digitale terrestre saremo nelle case di tutti gli italiani come oggi Rai o Mediaset. A chi mi scrive che la tivù è cattiva maestra rispondo: e perché non cambia canale? Togliete audience alla banalità, esercitate la vostra libertà di scelta». La serata si è chiusa con la consegna a Boffo del Premio Angelo Narducci dalle mani del vescovo di La Spezia-Sarzana-Brugnato Francesco Moraglia «per una vita di impegni sempre assolti al servizio della verità», e l’incontro a sorpresa con Matilde, 6 mesi, nata il gennaio scorso a La Spezia e accolta quel giorno sulle pagine di «Avvenire » da un benvenuto firmato Dino Boffo, in risposta a una commossa lettera dei due giovani genitori- lettori al « loro » giornale. La piccola Matilde, su quel palco, era l’emblema di un’Italia che può ancora sperare, e tanto.
Nell’ambito della 33ª festa di Lerici, il premio Angelo Narducci è stato assegnato al direttore del quotidiano cattolico, Dino Boffo: buon giornalismo è imporsi di farsi capire.Togliamo audience alla banalità