UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Buona stampa, ponte con le famiglie

In cinquantadue famiglie di Busca, paese piemon­tese nella diocesi di Saluzzo, Avvenire è entrato grazie ai figli chierichetti. Ragazzi che hanno dai sei ai quattordici anni e che ogni mattina, alle sette e mezzo, sono andati a Messa prima di iniziare la scuo­la. «Per parlare con i genitori ci siamo affidati al quo­tidiano cattolico», racconta il giovane sacerdote don Matteo Monge che a Busca è vicario parrocchiale e che qui ha lanciato il progetto del «Portaparola».
11 Giugno 2013
In cinquantadue famiglie di Busca, paese piemon­tese nella diocesi di Saluzzo, Avvenire è entrato grazie ai figli chierichetti. Ragazzi che hanno dai sei ai quattordici anni e che ogni mattina, alle sette e mezzo, sono andati a Messa prima di iniziare la scuo­la. «Per parlare con i genitori ci siamo affidati al quo­tidiano cattolico», racconta il giovane sacerdote don Matteo Monge che a Busca è vicario parrocchiale e che qui ha lanciato il progetto del «Portaparola». Il giornale arriva nelle case ogni domenica. Sono i geni­tori dei ministranti che lo prendono in chiesa. Un piccolo impegno che testimonia il desiderio di allar­gare gli orizzonti. Lo spiega Mariangela Roasio i cui quattro figli fanno parte del gruppo dei chierichetti e che affianca don Monge nell’iniziativa: «Come geni­tori dobbiamo essere attenti all’ambiente educativo in cui crescono i nostri ragazzi. E avere fra le mura domestiche Avvenire è un bel segno anche per i figli».

Il quotidiano dei cattolici italiani è considerato «uno dei pilastri su cui costruire il ponte che unisce la par­rocchie e le famiglie», dichiara il sacerdote. E riferi­sce: «Quando vado in alcune case trovo il giornale a­perto e sottolineato. Uno degli ultimi argomenti che Avvenire ci ha aiutato ad approfondire è stato quello legato alla straordinaria testimonianza di don Pino Puglisi in occasione della sua beatificazione. E mi è anche accaduto che una signora, venuta in chiesa per confessarsi, mi abbia chiesto di parlare di un arti­colo comparso sul quotidiano». La lettura di Avvenire diventa anche occasione di confronto fra i genitori dei ministranti. «La testata è davvero per noi uno strumento di collegamento – aggiunge Mariangela Roasio –. Troviamo notizie che vengono lasciate ai margini dalla tv o da altri giornali. È uno sguardo po­sitivo sul mondo quello che emerge da Avvenire. E nelle sue pagine la persona è davvero al centro». Don Monge traccia un bilancio. «Se più di cinquanta fa­miglie si sono affezionate al quotidiano, significa che c’è voglia di riflettere ma che serve avere punti di rife­rimento sicuri per orientarsi nella complessità del nostro tempo. E Avvenire rappresenta tutto questo». Altrettanto interessante è che la parrocchia abbia fat­to conoscere la testata attraverso un’esperienza for­mato ragazzi. «Ciò vuol dire – conclude il sacerdote – che occorre affidarsi alla creatività dello Spirito per annunciare il Vangelo nella società di oggi».