UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Diocesi ed Avvenire fanno rete

Un anno dell’inserto di Cagliari sul quotidiano Avvenire. L’arcivescovo Miglio: "Con i media vera sintonia tra locale e nazionale". Don Madeddu: "Con le pagine mensili curate dalla diocesi una vera apertura a una prospettiva ecclesiale ampia".  
10 Febbraio 2015
La voce dell'Arcivescovo

Un anno insieme, ma il cammino in comune pare già consolidato. È trascorso un anno dall’uscita del primo inserto mensile di Avvenire realizzato dalla diocesi di Cagliari, quattro pagine inserite come secondo dorso dell’edizione nazionale del quotidiano, diffuse in tutta la Sardegna. Un esperimento ormai diventato una bella realtà. Lo testimonia lo stesso arcivescovo monsignor Arrigo Miglio, promotore dell’iniziativa.
Come giudica il progetto, un anno dopo?
L’esperienza dell’inserto mensile su Avvenire si è dimostrata una bella occasione per far conoscere il quotidiano e anche per mettere in comunicazione i due livelli di pubblicazione: il settimanale diocesano Il Portico e il quotidiano Avvenire. Sono livelli entrambi importantissimi, e questo ci ha permesso di completare e migliorare il nostro modo di comunicare, tra diocesi e parrocchie, tra le parrocchie ma anche tra la nostra Chiesa diocesana e le altre Chiese che sono in Italia. Mi pare un’esperienza importante da continuare in questa prospettiva. Ho parlato del settimanale, ma voglio ricordare Radio Kalaritana, il sito diocesano, i siti delle parrocchie, le altre radio comunitarie come Radio Bonaria e Radio Sant’Elena, la Web tv dei padri Cappuccini, strumenti di comunicazione che devono tra di loro fare rete, perché il campo è vasto, nessuno diventerà mai un doppione dell’altro, nessuno di questi strumenti sarà superfluo. Oggi la comunicazione è una delle sfide più importanti che ci troviamo ad affrontare sia per la vita interna della comunità cristiana, sia nei rapporti con la società.
La diocesi edita un settimanale, ha una radio e un sito Internet. Qual è la valenza pastorale di questi media?
I tre strumenti sono importanti anzitutto nello scambio di notizie interne alla vita della diocesi e danno la possibilità alle diverse realtà locali di far sentire la loro voce. Qualche volta le parrocchie e le altre realtà ecclesiali hanno bisogno di essere stimolate: alcune sentono di doversi far ascoltare dagli altri, altre invece non ne sentono il bisogno, quindi devono essere incoraggiate a farlo. Questo perché nessuna realtà ecclesiale può sentirsi soddisfatta vivendo solo nel proprio ambito, entro i propri confini. Lo vado dicendo anche nella visita pastorale: l’informazione è il punto di partenza per la comunione, che è dono dello Spirito Santo, ma il terreno sul quale può innestarsi è quello dell’informazione reciproca, attraverso cui mettere le basi per una vera comunione ecclesiale.
Lei sta compiendo la visita pastorale. Quale situazione trova nelle parrocchie?
Le situazioni sono abbastanza differenziate da una parrocchia all’altra e da una foranìa all’altra. Ho incontrato finora tutte le parrocchie di Cagliari città, 36, e ho incontrato le 6 comunità del Gerrei. Sono situazioni sociologicamente diverse ma con problemi ecclesiali simili. Dal punto di vista ecclesiale abbiamo comunità parrocchiali vive, ricche e impegnate che hanno bisogno di crescere, per essere parrocchie che vivono la corresponsabilità. Mi riferisco ad esempio al consiglio pastorale e a quello per gli affari economici. C’è bisogno di comunità che sentano maggiormente la missione del laicato oggi. Ciò significa avere comunità attente alle problematiche della società civile e secolarizzata, dove diventa fondamentale la testimonianza dei laici, su due versanti: uno interno, con laici testimoni e corresponsabili nelle comunità, e l’altro verso l’esterno, con laici capaci di portare la testimonianza evangelica in tutti gli ambiti sociali.
Cagliari nel 2017 ospiterà la prossima edizione delle Settimane sociali. Un’opportunità non solo per la diocesi?
È di certo un’opportunità ma anche un dono quello che la Cei ci ha fatto. Una grande possibilità per affrontare, con il supporto di tutta la realtà ecclesiale nazionale, le gravi problematiche legate alla mancanza di lavoro e ai problemi sociali della Sardegna. Sarà l’occasione per tutte le realtà ecclesiali di convergere nella nostra regione per conoscere le potenzialità della nostra isola, sperando che questo appuntamento sia un forte stimolo a tutti livelli per una maggior impegno, affinché si arrivi a valorizzare le energie presenti nella nostra regione, creando nuovo sviluppo.

 
Il Direttore dell'Ufficio comunicazioni sociali
Si è chiuso un primo anno di 'collaborazione comunicativa' tra la diocesi di Cagliari e il quotidiano nazionale Avvenire, e il secondo è ormai più che avviato. Il passaggio da una presenza saltuaria – attraverso articoli o dorsi speciali in particolari circostanze della vita diocesana – a un impegno mensile è stata un’operazione di grande valore, tanto dal punto di vista comunicativo quanto da quello ecclesiale.Le opportunità si collocano a diversi livelli. Un primo livello è costituito dalla preziosa opportunità di leggere – almeno mensilmente – la realtà della Chiesa locale nella più ampia prospettiva nazionale, aiutando i lettori a interpretare la vita e la storia della diocesi nell’orizzonte di tante altre comunità in cammino e in relazione agli itinerari proposti all’intera Chiesa italiana. Un altro aspetto comunicativo di grande valore è costituito dalla diffusione del dorso diocesano in tutto il territorio della Sardegna e non solo dentro i confini della diocesi. Questo ha orientato in modo decisivo il lavoro redazionale, che ha cercato di proporre contenuti significativi anche a livello regionale. Infine è opportuno evidenziare il proficuo rapporto di collaborazione tra la struttura giornalistica nazionale – in particolare la redazione Pagine speciali e diocesane di
Avvenire – e il gruppo redazionale di Cagliari che fa capo all’Ufficio per le comunicazioni sociali. Questa esperienza informativa diocesana all’interno del quotidiano nazionale è stata armonizzata con gli altri media a disposizione della Chiesa cagliaritana, per evitare ridondanze di contenuti e nel pieno rispetto della specificità di ogni strumento a disposizione. Siamo nell’era della comunicazione multicanale, pertanto il dorso di Cagliari su Avvenire costituisce una grande opportunità per valorizzare i diversi strumenti – carta, etere e digitale – al fine di ottenere un risultato più efficace da porre a servizio di una sana e valida comunicazione della vita ecclesiale.

Don Giulio Madeddu
Direttore dell’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali