UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Due incontri sui social network con Patrizio Righero

Videopreghiera di un fotografo. “E’la tua preghiera, perché, non hai mai fatto una foto in vita tua?” “Lo sai che su You Tube puoi trovare i videoVangeli della quaresima? Vuoi avere “Un minuto con Dio”? Oppure tu, prete o animatore puoi aiutare i giovani a rileggere le foto postate su Facebook, puoi far nascere un gruppo di “Fede e Arte”, puoi, non dico confessare in chat come ha chiesto un ragazzo,ma chattare, cioè colloquiare con lui e incontrarlo di persona.”.....
3 Giugno 2013
Videopreghiera di un fotografo. “E’la tua preghiera, perché, non hai mai fatto una foto in vita tua?” “Lo sai che su You Tube puoi trovare i videoVangeli della quaresima? Vuoi avere “Un minuto con Dio”? Oppure tu, prete o animatore puoi aiutare i giovani a rileggere le foto postate su Facebook, puoi far nascere un gruppo di “Fede e Arte”, puoi, non dico confessare in chat come ha chiesto un ragazzo,ma chattare, cioè colloquiare con lui e incontrarlo di persona.” Si possono creare spazi aperti, con gruppi di persone che animano dibattiti. “Ma tu, tra i tuoi amici in Facebook, hai un Vescovo?” “Sì, quello di Alessandria, Mons. Guido Gallese”, cosa che può suscitare stupore, ma anche tanto interesse al punto che altri giovani vengono attirati dalla parola e da una presenza così signifi cativa. E così il promovideo dei Paolini sulla prossima Settimana Sociale dei Cattolici Italiani (Torino,12-15 settembre 2013), proiettato venerdì scorso nel secondo incontro sull’ “Uso pastorale dei Social Network” tenuto da Patrizio Righero, giornalista direttore del quindicinale “Vita diocesana pinerolese” e dell’Ufficio diocesano Comunicazioni Sociali di Pinerolo, autore di diverse pubblicazioni, può essere l’annuncio di una porta di verità e di fede, che si apre negli spazi, nell’agorà, negli ambienti, nei luoghi di relazione, dove si comunica se stessi e ci si connette con altri. I social network, o meglio la home diventa la tua testimonianza, la tua casa sulla roccia; si può evangelizzare tramite i S.N., perché la connessione può agevolare la comunione: pensiamo alle comunità di emigranti, il papa stesso Francesco conosce questa opportunità di rapporti. Con le missioni sparse in tutt o il mondo siamo collegati con questo meraviglioso fi le rouge tanto che può capitare che “un ragazzo pakistano, ovviamente sconosciuto, ti chieda l’amicizia, lui vicino ad una missione salesiana, mentre i parroci vicini a te….” Non solo,il malato, il disabile che mett e in rete i suoi progressi fa testimonianza e da oggetto, diventa soggetto di evangelizzazione; anzi i diversamente abili possono essere effi caci su Facebook, se hanno più tempo a disposizione. Si possono creare le “Chat Angels”, veri gruppi di pastorale nei S.N. Come ricorda il Sommo Pontefice nella lett era per la 47°Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, da poco celebrata il 12 maggio u.s., è fondamentale mantenere l’autenticità del profilo sul S.N., essere prete/suora, religioso, giovane, adulto, laico e non nascondersi, perché solo così si può dare testimonianza coerente di ciò che siamo e portare un annuncio credibile dell’amore infi nito di Dio per tutti. Chiara Giaccardi in una recente indagine su una simile tematica, ha aff ermato che l’utilizzo dei S.N. nei piccoli centri abitati è più autentico, perché facilmente riscontrabili le alterazioni dei profi li e delle identità, fermo restando i pericoli, i rischi anche di reati (non solo cyberbullismo e furto di identità), le dipendenze connessi ad un uso sconsiderato e delitt uoso della rete. Certo, bisogna conoscere il mondo, la cultura dei S.N. (oltre Facebook, Twitter, LinkedIn tra i più usati) prima di comunicare immagini, video, testo: ques’ultimo sempre ridotto, perché nel media prevalgono il coinvolgimento dell’immaginazione e della sensibilità affett iva. Il produttore diventa consumatore e a sua volta produce, come avviene su You Tube, piattaforma interatt iva; l’internauta non ha età anagrafica, ma può capitare che i giovani si facciano tutor dei nonni, come è capitato a Pinerolo. Ricordiamo che oltre un miliardo di persone usano Facebook nel mondo e in Italia il 41,3% della popolazione totale, di cui i giovani sono il 79,7%. La Chiesa in Italia è presente in questi nuovi scenari della comunicazione con linguaggi ed esperienze inedite e certamente non può trascurare, a livello nazionale e anche sul territorio locale, le occasioni per una ricorrente educazione corrett a e consapevole all’uso dei media, specialmente delle reti create dai S.N. che rappresentano veramente i “nuovi spazi di evangelizzazione”. Il prossimo ed ultimo incontro dal titolo “Fondamenti teologici, antropologici, pastorali nell’uso dei social network” sarà tenuto da d. Paolo Padrini, venerdì 14 giugno ore 16-19 presso gli Uffici Pastorali, via Carducci 48.
 
(Adriana Marchia Dir. Ufficio Comunicazioni Sociali diocesi di Asti)
da Gazzetta d'Asti del 31 maggio 2013, pag. 22