Alle ore 19.15 di giovedì 26 febbraio, nella comunità paolina “Timoteo Giaccardo” di Roma, è tornato alla casa del Padre don Attilio Cecilio Monge, 86 anni di età, 68 di vita religiosa e 60 di sacerdozio. Già vice-direttore dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali, per 25 anni è stato incaricato della regia delle messe in tv.
Chi era don Monge (la sua biografia dal sito http://www.paulus.net/)
Don Attilio Monge è nato l’11 aprile del 1928 a Monasterolo di Savigliano (Cuneo). È entrato nella Società San Paolo 1’8 settembre 1942, in Casa Madre ad Alba, ricevuto da don Timoteo Giaccardo che benedirà la sua vestizione e la prima professione il 23 giugno 1946.
Nel luglio 1950 è a Roma per gli studi di teologia che completerà presso l’Università Lateranense e avrà modo di frequentare don Alberione per oltre vent’anni, nella scuola e nell'apostolato, con un dialogo che non si è mai interrotto. L’8 settembre 1951 emette la professione perpetua. Sarà ordinato a Roma, nel santuario Regina Apostolorum il 5 dicembre 1954 in occasione della consacrazione del Tempio.
Nel 1954, ancora diacono, don Alberione gli affida la direzione de Il Giornalino dove tornerà negli anni ’60. Nel 1956 è redattore e in seguito direttore di Orizzonti su cui tiene per anni una rubrica di attualità molto seguita: “La bocca della verità”. In quegli anni affianca all’attività giornalistica l’insegnamento nella scuola. Dal 1959 al 1961 insegnerà nel liceo ad Alba pubblicando anche alcuni libri per ragazzi tra cui due che si distinguono per il loro successo: La più grande storia mai raccontata e I dodici in cammino, usciti con oltre 20 edizioni e tradotti in molte lingue tra cui il cinese.
Don Monge era orgoglioso di aver scritto su tutti i giornali paolini: inizia nel 1945, con La Domenica, sulla quale pubblica settimanalmente per oltre 5 anni; poi su Madre di Dio di cui diventerà direttore (1958-1963). Dal 1959 al 1961 terrà il commento al vangelo su Famiglia Cristiana e collaborerà con la rivista Vita Pastorale, tenendo negli ultimi anni una rubrica molto letta. È stato il primo paolino iscritto all’Albo dei giornalisti professionisti nel 1965 e in seguito nominato assistente alla cattedra di Tecniche generali del giornalismo presso l’Università Internazionale degli Studi Sociali (Pro Deo). Ha sempre conservato gelosamente una lettera autografa di don Alberione del 1960, che lo sollecitava a scrivere: «Ogni volta che esce Orizzonti vedo se vi è qualche tuo scritto che sempre è desiderato da tutti. Il Signore ti ha dato questo dono e io lo benedico tanto ogni volta che uno sente di essere paolino: religioso scrittore».
Nel 1965, per volontà del Primo Maestro viene mandato alla Sampaolofilm per collaborare nella produzione cinematografica con don Cordero al quale succederà nel 1969 come direttore generale fino al 1983. Dopo la serie biblica e i nuovi documentari catechistici, la Sampaolofilm realizzerà la produzione cinematografica e televisiva Pinocchio. Sarà regista di molti documentari della vita paolina a cui prenderà parte lo stesso don Alberione. Potrà raccogliere le ultime testimonianze audiovisive del Fondatore fra cui il suo addio con la preghiera sacerdotale e la visita di Paolo VI al suo capezzale.
Si può dire che don Attilio Monge ha svolto tutti gli apostolati paolini, dalle riviste ai libri, al cinema, alla televisione alla quale approderà nel 1983, chiamato dal Segretario generale della CEI, mons. Caporello, come vicedirettore dell’Ufficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali con l’incarico della regia delle Messe televisive. Svolgerà questo compito per 25 anni, trasmettendo su Rai Uno dalle chiese di tutta Italia e ottenendo consenso da parte di vescovi e fedeli per la sua competenza nella regia e la sua sensibilità pastorale espressa nei testi di commento. Riceverà dal Papa Giovanni Paolo II la nomina a consultore della Commissione pontificia per le Comunicazioni Sociali. Avrà la gioia di fare la regia per la beatificazione di don Timoteo Giaccardo e coronare il suo apostolato paolino con la trasmissione in mondovisione della beatificazione di don Giacomo Alberione il 27 aprile 2003. Realizzerà in seguito per questo evento il prezioso documentario tradotto in più lingue dal titolo Giacomo, fa’ luce.