Arriverà nei prossimi giorni nelle 50 parrocchie della diocesi di Grosseto il numero di «Noi genitori e figli», uscito domenica scorsa. Insieme con una lettera dell’Ufficio diocesano di pastorale familiare che spiega ai sacerdoti la scelta di far giungere in ogni comunità il mensile di Avvenire che dedica questo numero alla XXXII Giornata per la vita. «L’intento dell’iniziativa affermano Angela e Giulio Borgia, la coppia che è responsabile dell’Ufficio di pastorale familiare con don Paolo Gentili, attuale direttore dell’Ufficio Cei per la pastorale della famiglia, originario proprio del Grossetano - è di proporre il supplemento del quotidiano dei cattolici come strumento che sia presente in tutte le comunità. E poi le parrocchie dovrebbero trasformarsi in una sorta di trampolino che permetta al mensile di entrare nelle famiglie».
Una sfida che si inserisce nel cammino di pastorale familiare della diocesi guidata dal vescovo Franco Agostinelli. Un percorso a vasto raggio, chiariscono i coniugi Borgia. «Occorre prima di tutto coinvolgere i parroci che sono chiamati a essere in prima linea sui temi di pastorale familiare e della difesa della vita.
Poi c’è bisogno dell’apporto di religiosi e religiose. E ancora devono diventare protagonisti i movimenti ecclesiali, ma anche il volontariato locale. Quindi serve il supporto indispensabile dei coniugi, come dimostra la proficua esperienza dei gruppi famiglie dove le giovani coppie sono accompagnate nei primi anni di matrimonio da 'coppie angelo'». E un’opportunità di sensibilizzazione e collegamento è stata trovata in «Noi genitori & figli» su suggerimento di don Gentili. «L’ultimo numero ha al centro la Giornata per la vita - spiegano Angela e Giulio Borgia -: ci è sembrato utile donarlo alle parrocchie per riflettere sulla centralità della persona dal concepimento alla morte naturale». Da qui la collaborazione fra l’Ufficio di pastorale familiare e il locale Centro di aiuto alla vita, guidato da Lina Pettinari Desideri, che «con la sua tenacia ha permesso che negli ultimi tre anni nascessero trenta bambini destinati a non venire mai alla luce».
