UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Il consumo tv insidiato dal web

Più di tre quinti delle famiglie americane ormai hanno almeno una tv collegata alla rete nella loro casa, un modello che presto comincerà ad espandersi anche in Europa. Gli operatori delle tradizionali tv a pagamento temono che gli spettatori, sopraffatti dalle offerte della rete, non avranno più tempo per altri contenuti...
20 Febbraio 2014

La sesta stagione della serie tv “Star Wars - The Clone Wars” sarà visibile solo per gli oltre 33 milioni di abbonati di Netflix in Usa e in Canada a partire dal prossimo 7 marzo. Un nuovo successo per la piattaforma di film in streaming più famosa e seguita del mondo che, solo nel 2013, ha fatturato un miliardo e centottanta milioni di dollari. Il mondo della produzione è sempre più sensibile al fascino miliardario di Netflix. Dopo aver prodotto in proprio una delle serie tv più premiate della scorsa stagione, “House of cards”, Netflix ha fatto carte false per spingere la Disney/Abc television group e la Lucasfilm a produrre la sesta e finale stagione della fortunata serie tv. “Stars Wars è uno dei franchise più iconici di tutti i tempi e la serie si unisce al lungo elenco dei prodotti Disney di cui i nostri abbonati potranno godere negli anni a venire”, ha detto Ted Sarandos, chief content officer di Netflix.

 
Un momento magico e miliardario per Netflix. È davvero un momento magico per Netflix. A Wall Street hanno annunciato di aver chiuso il quarto trimestre con un balzo dell’utile per azione da 13 a 79 centesimi di dollaro. Un salto da leone che sta fortemente condizionando il mercato televisivo americano e che sta modificando le abitudini di consumo. Un modello che presto comincerà ad espandersi anche in Europa.
 
Tre quinti delle famiglie americane vedono la tv sul web. Guidati da servizi come Netflix, più di tre quinti delle famiglie americane ormai hanno almeno una tv collegata alla rete nella loro casa, dicono i dati di “The Diffusion Group” (Tdg). Secondo le ricerche condotte da “Benchmarking consumer connected 2014” l’universo di dispositivi tv connessi include televisori connessi a Internet direttamente come in una smart Tv, indirettamente tramite dispositivi ausiliari “net-to-Tv” come le console di gioco più famose (Xbox, Playstation, ecc.) o, infine, attraverso i servizi Internet come Google Chromecast. La penetrazione delle tv connesse, ormai arrivata al 63%, è in crescita in un solo anno del 53%. Molti utenti, inoltre, hanno più televisori connessi nella stessa abitazione. “Nonostante le difficoltà di espansione della banda larga, requisito indispensabile per godere dei servizi come quelli di Netflix, la crescita complessiva del fenomeno è stata del 19% nell’ultimo anno solo negli Usa”, ha detto il presidente di Tdg Michael Greeson.
 
Preoccupati del “punto zero” del consumo tv. Gli operatori delle tradizionali tv a pagamento come Murdoch sono preoccupati del cosiddetto “punto zero”, il momento in cui gli spettatori, sopraffatti dalle offerte della rete che potranno essere consumate ovunque, sui televisori connessi, sui tablet o anche sui semplici telefonini, non avranno più tempo per altri contenuti.
 
Nel Regno Unito, però, la tv in salotto è ancora regina dei consumi. Dal Regno Unito, però, giunge l’eco di un’altra ricerca che sembra destinata a riaprire i giochi. “Thinkbox”, nel corso di un’indagine per i principali broadcaster del Paese, ha scoperto che, nonostante la diffusione di contenuti tv su smartphone e tablet, il mezzo preferito dagli inglesi per lo spettacolo televisivo rimane la televisione casalinga. Ogni inglese nel 2013 ha consumato circa 4 ore del proprio tempo ogni giorno per vedere programmi, serie, film e news ma il 98,5% di questo tempo è stato passato davanti al vecchio televisore di casa. “I nuovi schermi hanno reso la tv più conveniente per i telespettatori e hanno creato nuove opportunità per gli investitori. Più impariamo sui nuovi mezzi, però, più diventa chiaro che il televisore è destinato a rimanere il nostro mezzo preferito per vedere la tv”, ha detto Lindsey Clay, amministratore delegato di “Thinkbox”.

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