UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Il Papa a Tv2000: risvegliare le parole

Lunedì 15 dicembre Papa Francesco ha ricevuto, nell'aula Nervi, i responsabili e i lavoratori dell'emittente cattolica con i loro famigliari. Tre i peccati dei media, ha detto: disinformazione, calunnia e diffamazione. Bisogna evitare le scorciatoie - ha aggiunto - e percorrere la via lunga della comprensione. 
16 Dicembre 2014

Emozionati, divertiti, commossi... fedeli. Durante una mattinata in famiglia, con poco protocollo e molto, molto affetto. L’Aula Nervi che diventa prima chiesa (con la Messa celebrata dal segretario della Cei, monsignor Nunzio Galantino) e poi la camera buona di casa, coi grandi riuniti intorno a Francesco e i piccoli che scorrazzano e sorridono e battono le mani al Papa. Sono le donne e gli uomini che lavorano a Tv2000 e a Radio InBlu venuti qui in udienza insieme ai loro cari. Per un incontro tra padre e figli. E con un «ospite» particolare: la mamma di Iaia, sei anni, bimba colpita da neuroblastoma, tumore raro e spietato, che dopo esser stata ospite di una trasmissione di Tv2000, aveva scritto al Papa e lui le aveva risposto.
La mattinata comincia presto e sarà lunga. Nuvole ed euforia all’arrivo, entrando ordinati nell’Aula. Tanti passeggini lasciati all’ingresso, la vigilanza vaticana tranquilla e divertita. Tanti saluti con l’arcivescovo di Pesaro, Piero Coccia, che è presidente della «Fondazione comunicazione e cultura» della Cei, monsignor Domenico Pompili, direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali della Cei, lo stesso monsignor Galantino. La Messa, poi, col segretario della Cei che nell’omelia invita ad «affinare lo sguardo del nostro cuore, ma anche quello delle telecamere », chiede di «fare attenzione a non confondere con troppa superficialità l’ortodossia con la garanzia che viene da formule consolidate, da schemi e tradizioni umane che ripetono il passando mortificando la vitalità e la libertà del Vangelo».
L’attesa per il Papa dura... un po’ e lui ci scherzerà su: «Buongiorno – dirà –. Vi chiedo scusa per essere arrivato in ritardo, ma, sapete, c’erano tante udienze, i ritardi si sono accumulati e il conto lo pagate voi!». Poco prima lo aveva salutato monsignor Coccia, ringraziandolo per «un incontro che era molto desiderato», specie da chi «lavora a Tv2000 e Radio InBlu », soprattutto per due motivi: «Ringraziarla per il suo magistero fatto di parole, gesti e scelte coraggiose attraverso cui sta indicando alla Chiesa un cammino in uscita verso le periferie esistenziali», e poi «manifestarle la riconoscenza per l’attenzione costante che lei riserva al mondo dei media, fra i quali quelli della Chiesa italiana, in parte qui rappresentati», un’attenzione che ci fa sentire «particolarmente interpellati e responsabilizzati».
Anche il direttore di Tv2000 aveva rivolto «a nome di tutti noi» i saluti al Papa: «Questo incontro per noi è un regalo – gli aveva detto Paolo Ruffini –. Lavoriamo per costruire il senso di una comunità che cammina, che non si scoraggia di fronte alle difficoltà, ma cerca di risolvere col tempo, nel tempo». E sembrava quasi tradire emozione forte in alcuni passaggi del suo saluto a Francesco: «Siamo impegnati nel processo di cambiamento – era andato avanti – certo non dei valori fondanti, ma dei linguaggi, delle immagini, per costruire una condivisione con le persone e non con una massa anonima». Papa Bergoglio lo aveva ascoltato con molta attenzione e così Ruffini spesso aveva incrociato il suo sguardo: «Guardare e raccontare il mondo con gli occhi del Vangelo è il nostro progetto – aveva concluso –, capire i tempi, vincere l’indifferenza, vedere quel che altri non vedono e mettere in rete quel che altri scartano», con un obiettivo: «Servire la verità, senza dimenticare mai che in fondo siamo solo servi inutili, e consci di quanto sia difficile il nostro compito». Tanti applausi, dopo, per il Papa. Ed emozione che davvero si legge negli occhi di questa gente. Per tornare infine a casa (o in redazione) rinvigoriti: «Il carisma di Pietro, quello di confermare nella fede, ha toccato anche la nostra professione – spiega Amerigo Vecchiarelli, caporedattore centrale di Tg2000 –, ci siamo sentiti confermati anche nel nostro lavoro, grazie a un discorso vero e forte» e «quelle del Papa sono sollecitazioni che non possiamo lasciar cadere, non fosse perché ci arrivano dal successore di Pietro». Esce dall’Aula Nervi sorridendo, Vecchiarelli: «Mi sono sentito nel cuore della Chiesa – sussurra –. Ho pensato di poter essere comunque uno strumento, sebbene veramente piccolo, nelle mani della Chiesa per poter annunciare la Verità».

In allegato, accanto al racconto di Avvenire, il testo dell'intervento del Santo Padre.