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DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

La ragazzina fatale: ricordo di Sandra Mondaini

Oggi si celebrano le esequie di Sandra Mondaini, scomparsa cinque mesi dopo la morte del marito Raimondo Vianello. L'Osservatore Romano di oggi la ricorda con questo pezzo di Silvia Guidi.
23 Settembre 2010
Mancherà a moltissimi Sandra Mondaini. Ironia sottile, tormentoni semplici ma impossibili da dimenticare, dialoghi curati al millimetro e rodati in tanti anni di avanspettacolo, parodie surreali dell'esistente che un uso semplice e geniale del dialetto bastava a rendere irresistibili.
Era fatta di questo la comicità della premiata ditta Vianello, che negli anni Sessanta comprendeva ancora il sorriso sornione di Gino Bramieri e il talento istrionico di Ugo Tognazzi, oltre all'inossidabile duo Raimondo e Sandra.
Probabilmente vorrebbe essere ricordata così, Sandra Mondaini, morta martedì scorso, a cinque mesi dalla perdita del marito:  come la "ragazzina terribile" dello spettacolo italiano, la soubrette simpatica che sapeva conciliare ironia e femminilità, in un momento in cui le donne che facevano comicità erano soprattutto delle caratteriste. Si può anche stare in palcoscenico (o in tv) senza atteggiarsi a femme fatale, preferendo la pappa con il pomodoro di Gian Burrasca alle rose rosse di Wanda Osiris, come ha dimostrato la Mondaini degli esordi. Le sue prime "maschere" furono Cutolina e Pinuccia, poi vennero Arabella e Sbirulino:  sempre bambini terribili, oppure un altrettanto travolgente pagliaccio infantile.
Cutolina nasce nell'avanspettacolo e vale a Sandra l'ingresso nella compagnia del grande Erminio Macario. Negli anni 1953 e 1954, accanto a Pinuccia, il personaggio sbarca in tv, nel programma Fortunatissimo condotto da Mike Bongiorno.
Nel 1961 arriva il grande palcoscenico televisivo di Canzonissima, dove propone uno dei suoi personaggi più riusciti, Arabella, accanto a Paolo Poli, che interpreta Filiberto. Ma quello che consegna la Mondaini al successo duraturo è Sbirulin0, che si rifà al famoso Scaramacai, interpretato da Pinuccia Nava.
Gli anni Ottanta segnano il successo di Casa Vianello; la serie sui "George e Mildred di Milano due" che doveva durare una sola stagione finirà per diventare la sit-com più famosa e longeva della tv italiana. I primi a stupirsi di questa popolarità erano proprio i protagonisti, Raimondo e Sandra, attori di teatro di lungo corso abituati a conquistarsi sul campo e con fatica le risate del pubblico. "Che strano avere così successo, qui in tv è troppo facile, mettiamo in scena quello che viviamo tutti i giorni" diceva Sandra parlando della popolarità di quella che un famoso regista degli esordi considerava una "coppia sbagliata", inadatta al piccolo schermo, perché "nel bianco e nero gli occhi chiari sembrano bianchi, meglio puntare su altri attori più telegenici". Una regola non scritta, ma piena di eccezioni nella tv degli anni Cinquanta, visto che, tra i penalizzati dagli occhi azzurri c'era pure un italoamericano esordiente che si chiamava Mike Bongiorno.
"Che barba, che noia la vita senza Raimondo - scherzava tra le lacrime Sandra cinque mesi fa, dopo il funerale del marito - non sono la sola vedova in Italia, sono una vedova come tutte le altre. Passerà, ma lui non c'è più; sono stufa di star qui, voglio tornare a casa".
 
(©L'Osservatore Romano - 23 settembre 2010)