UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Libertà di stampa
è responsabilità

I media cattolici non si accontentano d’informare. Un quotidiano come Avvenire si propone di dare voce alla Chiesa universale, ma anche di fare da megafono delle comunità territoriali. Anche le più piccole, le più periferiche, ma che sicuramente sono ricche di specificità.
20 Giugno 2011
I media cattolici non si accontentano d’informare. Un quotidiano come Avvenire si propone di dare voce alla Chiesa universale, ma anche di fare da megafono delle comunità territoriali. Anche le più piccole, le più periferiche, ma che sicuramente sono ricche di specificità. E di tante opportunità (pur non mancando i problemi). Ed ecco Avvenire salire dalla spiaggia di Bibione, dove ormai è una tradizione l’incontro con il popolo del mare, fin quassù, in montagna, ad Agordo, fra le Dolomiti, le valli che profumano di Albino Luciani, nato poco distante, a Canale, 99 anni fa. E questa è la “Prima festa di Avvenire e de l’Amico del Popolo”. Il settimanale diocesano, L’Amico, è tra i più diffusi in Italia. L’appuntamento è al nuovo centro parrocchiale dedicato all’indimenticato vescovo monsignor Savio. Ci sono il direttore Marco Tarquinio, il direttore generale Paolo Nusiner, altri collaboratori, il direttore de L’Amico, Carlo Arrigoni, l’arcidiacono monsignor Giorgio Lise, il vicario generale monsignor Luigi Del Favero.

Due incontri, il primo con gli operatori dei giornali (anche i redattori dei bollettini parrocchiali che hanno una loro grande importanza), il secondo con la popolazione che pretende dall’informazione parole di verità. «In particolare di verità sull’uomo – puntualizza Tarquinio –. Quella verità che la Chiesa continua a dire». E che Avvenire continua a scrivere. Il direttore rassicura. E la soddisfazione è evidente sui volti dei presenti che, in tempi come questi di deformazioni e semplificazioni, rischiano di perdere orientamento. «La nostra libertà fa rima con la responsabilità, in prima istanza verso le persone», puntualizza Tarquinio. Passaggio obbligato per consentire alla gente di capire. Si tratta, dunque, di offrire chiavi adeguate di interpretazione. «Ad Agordo come a Bibione, a Milano, a Bologna, a Canicattì, come fa la gente a capire perché si scatenano determinate tensioni, a comprendere perché arrivano le persone con le barche dall’Africa, se non ha piena consapevolezza di quanto accade?». Ciò che non accade con l’informazione gridata, tanto meno con quella strumentalizzata. E questo vale per i grandi accadimenti, ma anche per quelli locali. Di qui l’opportunità, anzi la necessità di valorizzare le sinergie tra Avvenire e le testate diocesane «mettendo a disposizione la nostra capacità di uno sguardo pieno, consapevole appunto, sulla realtà complessiva», sottolinea Tarquinio. Sempre dalla parte della gente.
«Vi ho chiamati proprio per questo», interviene monsignor Lise: «per dar voce nazionale ai nostri problemi ai quali il settimanale diocesano dà spazio in ambito locale: il problema della sanità è quello emergente». «Ma non è il solo: pensiamo allo spopolamento, all’invecchiamento della popolazione, all’alcolismo e alla droga – riflette ancora l’arcidiacono – e pensiamo alle nuove povertà prodotte da famiglie ricostituite da separati e divorziati, oppure con un solo genitore, quindi le famiglie a monoreddito o a reddito incerto».
«Come Avvenire ci proponiamo di moltiplicare le Feste e le occasioni d’incontro e di confronto come questa – è l’auspicio del direttore generale Nusiner – magari perché diventino una tradizione come nel caso di Bibione e di Lerici. Auspicabilmente in collaborazione con i settimanali diocesani. Peraltro, già numerose diocesi trovano spazio settimanalmente sulle nostre pagine».
 
(di Francesco Dal Mas)