UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

“Mass media, educare alla speranza”

Oggi "abbiamo bisogno, ne sono profondamente convinto, di prestare la massima attenzione alla comunicazione, a cominciare dalla comunicazione della fede nel senso ampio del termine, per poter esprimere nel modo più adeguato l'annuncio del Vangelo ed offrire una proposta di verità di fronte a visioni riduttive, che vengono purtroppo propagandate anche dai media”.
6 Novembre 2008

Oggi "abbiamo bisogno, ne sono profondamente convinto, di prestare la massima attenzione alla comunicazione, a cominciare dalla comunicazione della fede nel senso ampio del termine, per poter esprimere nel modo più adeguato l'annuncio del Vangelo ed offrire una proposta di verità di fronte a visioni riduttive, che vengono purtroppo propagandate anche dai media”. È quanto ha detto il card. Agostino Vallini, vicario del papa per la diocesi di Roma intervenendo questo pomeriggio all'incontro sul tema "Il quotidiano scuola di vita? Fare cultura nel chiaroscuro dei media", promosso dal Vicariato di Roma alla vigilia della Giornata di Avvenire e dei media diocesani, fissata per il 9 novembre, in occasione dei 40 anni del quotidiano cattolico italiano. Per il porporato sarebbe "miope disinteressarsi dei mezzi di comunicazione e delle sue potenzialità. Essi infatti sono un valido aiuto per predicare dai tetti il Vangelo".
"Formarsi e formare al retto uso dei media - ha aggiunto il card. Vallini - è parte integrante della pastorale e testimonianza dell'impegno di ricucire i legami tra fede e cultura". Questo è un compito "primario" - ha aggiunto - per gli insegnanti di religione e per tutti i docenti nelle scuole "chiamati a confrontarsi ogni giorno con i giovani e con le loro attese, le loro curiosità, i loro dubbi, le loro domande". Per il cardinale la lettura critica dei giornali, la "riflessione e il dialogo su quanto propongono la televisione e altri mezzi di comunicazione sono "un punto ineludibile dell'educare". Come pure l'uso di tali mezzi per sostenere la crescita integrale dei ragazzi". Per il porporato in questo compito sono chiamati anche le parrocchie e i laici. il cardinale ha quindi sottolineato il ruolo dei media cattolici: "confido che i laici cristiani della Chiesa di Roma e insieme a loro ogni persona di buona volontà, vogliano rendersi protagonisti per animare la carità dell'intelligenze, una tra le missioni più importanti in questo tempo che ci chiede di educare alla speranza".

Oggi i mass media vivono "una stagione in chiaroscuro, fatto di molte ombre e di qualche luce. Per i quotidiani, ad esempio, sono tempi tendenti allo scuro per vendite, diffusione e lettori". E' quanto ha detto Dino Boffo, direttore di "Avvenire". L'accesso a tantissime informazioni per Boffo "non è di per sé garanzia di libertà d'informazione, né di maggiori conoscenze. Siamo storditi, se non travolti. Il paradosso è che non la conoscenza ma l'ignoranza sembra talora avanzare. E non la passione per la verità, per il pensiero critico, per la partecipazione; ma l'indifferenza, i luoghi comuni, il relativismo pratico, ossia l'incapacità a distinguere il vero dal falso, il bene dal male". Per il direttore del quotidiano cattolico i mass media sono oggi "i principali veicoli di cultura, ossia di modelli di pensiero e di comportamento". Per questo un compito delle parrocchie è aiutare “a crescere in abilità critica, dotandosi degli elementi per smascherare questi piccoli e grandi inganni, più o meno voluti, andando alla ricerca della realtà intera, comprese le zone in ombra".

I mezzi di comunicazione sociale hanno “una potenza enorme se usati correttamente”. Lo ha detto ieri sera Gianpiero Gamaleri, professore ordinario di sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università di Roma Tre. Il sociologo dopo aver citato alcuni dati economici sul mercato dei mass media e sull’identikit del lettore (così come emerge dal settimo rapporto Ucsi-Censis) ha sottolineato che l’utilizzo dei nuovi media “non è solo una questione tecnologica ma coinvolge le più raffinate capacità di analisi”. E parlando del quotidiano cattolico “Avvenire” lo ha definito “un giornale che tende al multimediale” e che “dimostra la capacità di rinnovarsi”. Gamaleri ha quindi parlato dell’importanza sia del quotidiano che di tutti i media cattolici che “contribuiscono a creare l’agenda interpretativa del nostro tempo in chiave cristiana”. Prima del convegno è stata inaugurata una mostra per ripercorrere i 40 anni di Avvenire, visitabile – nel cortile del Palazzo Laternense di Roma, ogni giorno dalle 9 alle 18 e il sabato dalle 9 alle 13.