« Non possiamo rimanere indifferenti mentre assistiamo alla prepotente invadenza dei modelli culturali odierni che risentono fortemente del relativismo e che deformano le coscienze, soprattutto quelle dei più giovani. Dobbiamo formarci e aiutare le nostre comunità a leggere la realtà non attraverso i grandi canali di informazione, quasi del tutto omologati a questa cultura, ma sfruttando altri spazi e strumenti informativi che sanno raccontare i fatti alla luce del Vangelo». Si è espresso così monsignor Gianfranco Todisco, vescovo di Melfi-Rapolla-Venosa, introducendo a Melfi (PZ) il secondo appuntamento del corso per operatori della comunicazione. In otto tappe il corso si propone di formare nuovi animatori della cultura e della comunicazione che opereranno a livello parrocchiale e diocesano. I partecipanti sono referenti della quasi totalità delle 33 parrocchie della Chiesa locale.
L’organizzazione del cammino formativo è affidata a don Mauro Gallo, rettore del Seminario minore di Potenza e portavoce della Conferenza episcopale di Basilicata e a Tonio Galotta, direttore dell’Ufficio regionale, oltre che diocesano, per le comunicazioni sociali. È il primo che si tiene in regione. Ma sulla scorta di questa esperienza, altre diocesi lucane stanno programmando appuntamenti simili. I corsisti di Melfi si sono confrontati su temi introdotti da esperti e professionisti. Hanno così imparato a esplorare il mondo della comunicazione, la sua storia, la sua attualità. Hanno assistito a una lezione sui percorsi della notizia, sui rischi di un’informazione spesso soggetta a interessi politici ed economici, oppure vittima di impostazioni ideologiche difficilmente superabili. Si sono quindi soffermati sul ruolo e sull’importanza della stampa cattolica. Altri temi in discussione: le indicazioni del magistero in tema di Chiesa e comunicazione, la cultura digitale, i linguaggi della tv e della radio, fino al profilo dell’animatore della comunicazione. In mezzo, la visita alle redazioni di una sede Rai, di un quotidiano, di una radio.
Il corso si concluderà in marzo. Da allora la sfida culturale in diocesi avrà nuovi protagonisti.