Basta con la rete usata in maniera selvaggia, con video che riprendono tutto e tutti buttati allo sbaraglio su
You Tube: «Ogni tecnologia ha il suo linguaggio che deve essere scoperto e raffinato» afferma Giovanni Minoli, lanciando
Citizen Report (anche se il cosiddetto «giornalismo dal basso» sembra nel suo momento di massima crisi), il nuovo programma di Rai Educational. Per realizzarlo, ha messo in piedi una redazione di oltre settecento blogger e video maker (cioè i più assidui frequentatori di Internet) che, di volta in volta, caricheranno sul sito (
www.citizenreport.rai.it) i video realizzati sul tema della puntata. Nelle dieci previste al momento (da stanotte, all’una circa, su Raitre) ce n’è un po’ per tutti i gusti: famiglia, lavoro, ecologia, religione, immigrazione, dipendenze, tifoserie calcistiche e via dicendo. Il tutto con la doppia ambizione «di offrire, da un lato, la possibilità di far sentire la propria voce a chi di solito non ce l’ha e, dall’altro, a chi guarda una finestra il più ampia possibile sul mondo che ci circonda».
Si parte, stasera, con la famiglia e con tutte le declinazioni che, ai nostri giorni, ha preso o cerca di prendere: perché accanto alla giovane mamma entusiasta della sua 'tribù' di cinque figli, c’è quella che non vuole sposarsi con il padre di sua figlia ed è disposta a lasciare l’Italia per vedere riconosciuta la sua famiglia di fatto in Inghilterra; c’è la giovane precaria che vorrebbe marito e figli ma non può lasciare la casa dei genitori ragioni economiche; c’è quella, altrettanto giovane e precaria, che comunque ha voluto un bambino perché «se avessi fatto i calcoli e aspettato, sarei ancora senza lavoro ma anche senza mio figlio »; c’è, persino, l’omosessuale che, volendo diventare padre a tutti i costi, è giunto all’aberrazione di rivolgersi ad un’agenzia canadese che ha messo a disposizione di lui e del suo compagno una donatrice di ovuli. E, alla fine, c’è il regista Gabriele Muccino che, da padre separato, ammette: «Con i miei figli che non vivono con me è un continuo strappo, un continuo dirsi arrivederci». E conclude: «Diciamo la verità: la famiglia è quello che la natura vuole. Ed è il posto in cui tutti, in maniera ancestrale, abbiamo bisogno di tornare».