UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Mons. Viganò ai seminaristi: “Conoscere, interrogare, farsi interpellare”

Mons. Dario E.Viganò, preside dell’Istituto pastorale “Redemptor Hominis” (Università Lateranense), è intervenuto a Subiaco alla settimana residenziale per seminaristi teologi che si concluderà il 2 luglio. Tema del suo intervento (il testo è in allegato): “L’agire della Chiesa nel tempo del digitale”.
28 Giugno 2010
“Conoscere, interrogare l’attualità e farsi interpellare da essa” perché “la svolta culturale, in qualche modo legata allo sviluppo dei mass media, non è accessoria ma mette in gioco la forma sociale della Chiesa”. In “questo senso” va compreso “il rapporto con il mondo mediale”. È quanto ha ricordato oggi mons. Dario E.Viganò, preside dell’Istituto pastorale “Redemptor Hominis” (Università Lateranense), intervenendo alla settimana residenziale per seminaristi teologi che si è aperta ieri (fino al 2 luglio) a Subiaco, sul tema “L’agire della Chiesa nel tempo del digitale”. L’iniziativa, alla quale partecipano 20 seminaristi da tutta Italia, è organizzata dall’Ufficio per le comunicazioni sociali insieme ai Servizi per il progetto culturale e informatico della Cei e al Centro interdisciplinare lateranense. Ai partecipanti mons. Viganò ha sottolineato la necessità di una “nuova progettazione”, in particolare nel rapporto “Chiesa-comunicazione”, puntualizzando che “per progettazione si deve intendere il carattere distintivo dell’agire umano, personale e sociale”. In altre parole, “progettare pastoralmente non significa tanto assumere una tecnica ma acquisire una mentalità. È una questione di stile”.“Il problema – ha spiegato mons. Viganò – è riflettere sul profilo dell’agire credente all’interno di uno scenario non solo per molti aspetti inedito, ma anche profondamente problematico” dal punto di vista antropologico e mediatico. Da qui l’esigenza di “essere avvertiti”. Ciò, ha aggiunto, “agevola la comprensione di soluzioni che sono sempre da comprendere in modo provvisorio”. Quello attuale, ha sottolineato il preside dell’Istituto pastorale, è “il tempo della missione”: “Si sono affievoliti, infatti, i tradizionali canali di trasmissione della fede e si deve fare i conti con un sistema mediatico invasivo e pervasivo”. Per questo, ha concluso, è necessario “superare la tentazione della nostalgia, del pessimismo e dell’adattamento”. All’intervento di mons. Viganò seguiranno oggi quelli di Ernesto Diaco, viceresponsabile del Servizio nazionale per il progetto culturale della Cei, e di don Davide Milani, direttore dell’Ufficio per le comunicazioni sociali dell’arcidiocesi di Milano. La settimana proseguirà con le relazioni di docenti ed esperti del settore. Il 30 giugno don Ivan Maffeis, vicedirettore dell’Ufficio comunicazioni sociali della Cei (Ucs), parlerà dei media della Chiesa italiana. Concluderà la settimana l’intervento di mons. Domenico Pompili, direttore dell’Ucs, sul tema “Da Parabole mediatiche a Testimoni digitali. Cammino, fatti e prospettive”.