Riparte il corso di alta formazione per animatori della comunicazione e della cultura dopo il successo dello scorso anno. Dalla piattaforma www.anicec.it la Fondazione comunicazione e cultura della Cei e il Centro interdisciplinare della Pontificia università Lateranense propongono ancora una volta in modalità e-learning, cioè avvalendosi dell’insegnamento a distanza, un percorso formativo che vedrà come figura l’animatore della comunicazione e della cultura. Consolidata come soggetto 'diffusore' dei media cattolici e, a livello diocesano e parrocchiale, 'organizzatore' di eventi per sensibilizzare alle tematiche riguardanti i mass media e la cultura, l’animatore resta fondamentale nella pastorale ordinaria. «L’animatore è una figura che raccoglie l’eredità degli addetti alla buona stampa o degli operatori dei cinema e dei teatri parrocchiali – spiega monsignor Dario Edoardo Viganò, direttore scientifico del corso assieme a Francesco Casetti dell’Università cattolica del Sacro Cuore di Milano –. Non una novità dunque, ma un ripensamento del profilo dell’animatore e del metodo del lavoro. Anzitutto l’animatore viene affrancato da un aspetto funzionalistico per gravitare nell’ottica di una condivisione di responsabilità pastorale. Si tratta in sostanza non semplicemente di individuare dei compiti, ma di far crescere una sensibilità a partire da competenze acquisite. Il metodo è quello di agevolare, in un lavoro di team, una nuova mentalità, un nuovo stile di essere Chiesa oggi».
Chi può partecipare e quali sono le conoscenze e le competenze trasferite alla figura in uscita al termine del corso? «Penso anzitutto ai catechisti, a responsabili della pastorale giovanile e a quelli della pastorale liturgica. Certamente occasione ghiotta per tutti coloro che si occupano del bollettino parrocchiale piuttosto che della radio comunitaria, dell’ufficio comunicazioni sociali piuttosto che del sito web della parrocchia». Ma in che modo le Chiese particolari e le comunità parrocchiali possono favorire l’inserimento e l’azione dell’animatore? «Un animatore è una risorsa per la comunità. Non un esperto a cui delegare o una risorsa umana in più con cui negoziare. Piuttosto l’occasione perché l’azione liturgica, quella catechetica, quella educativa in genere, possa assumere con consapevolezza le questioni cruciali della contemporaneità e individuare luoghi e modi possibili per annunciare il Vangelo di Gesù. È questo lo stile dell’animatore. Gli anni che si aprono per la Chiesa italiana, avviata a porre al centro l’urgenza educativa, sono anni fecondi per l’animatore. Egli, infatti, ricorderà alla comunità non solo la necessità di far sì che ogni azione educativa sia alleata con Dio unico maestro, ma stimolerà di continuo ciascun membro della comunità a lasciarsi educare da Dio.
Vincenzo Grienti